Studio su 50.000 persone: la struttura del cervello è collegata al rischio genetico di depressione

Un team internazionale di scienziati ha scoperto che specifici modelli nella struttura cerebrale sono associati al rischio genetico di sviluppare depressione maggiore (DM). L'analisi ha incluso dati provenienti da oltre 50.000 persone in 11 studi nell'ambito del consorzio ENIGMA e i risultati sono stati pubblicati su Molecular Psychiatry.
La depressione colpisce circa il 3,8% della popolazione mondiale. La forma più grave della malattia, il disturbo depressivo maggiore (DM), può portare a una significativa compromissione del lavoro e delle attività quotidiane. Si ritiene che il suo sviluppo sia il risultato di una complessa interazione di fattori genetici e ambientali.
Per valutare il rischio genetico vengono utilizzati i cosiddetti punteggi di rischio poligenico (PRS), ovvero la somma dell'influenza di molteplici varianti genetiche. Tuttavia, finora mancavano analisi complete che combinassero i PRS con l'imaging cerebrale.
I ricercatori dell'Università di Edimburgo, dell'Università di Melbourne, della Vrije Universiteit Amsterdam e di altri centri hanno analizzato i dati di 50.975 partecipanti.
"Le associazioni neurobiologiche con il rischio genetico di DM sono ancora poco studiate in campioni di grandi dimensioni e finora non è stata condotta alcuna analisi completa su larga scala", hanno scritto gli autori, tra cui Xueyi Shen e Yara J. Toenders.
Il team ha creato protocolli genetici e di neuroimaging coerenti, utilizzando metodi rigorosi per evitare distorsioni e sovrapposizioni di dati.
I ricercatori hanno scoperto che un PRS più elevato per la depressione era correlato a un volume intracranico inferiore e a una minore area superficiale della corteccia cerebrale. L'associazione era particolarmente pronunciata nel lobo frontale, in particolare nel giro orbitofrontale mediale sinistro.
Nelle strutture sottocorticali, volumi più piccoli del talamo, dell'ippocampo e del globo pallido sono stati associati anche a un rischio genetico più elevato.
"Un PRS elevato nella MD è correlato a un volume intracranico inferiore e a misurazioni inferiori della superficie corticale globale", hanno scritto gli autori.
Modelli simili, anche se meno pronunciati, sono stati osservati anche nei partecipanti di età inferiore ai 25 anni, il che suggerisce che i marcatori biologici del rischio di depressione potrebbero essere presenti in età precoce.
È importante notare che l'analisi di randomizzazione mendeliana ha indicato un potenziale effetto causale del volume ippocampale sinistro più piccolo su un rischio più elevato di DM.
"I nostri risultati esemplificano come un'ampia collaborazione internazionale possa far progredire significativamente la nostra comprensione neurogenetica della DM e fornire spunti sulle opzioni di intervento precoce per gli individui ad alto rischio di sviluppare la DM", concludono gli autori.
Lo studio apre le porte a futuri trattamenti personalizzati per la depressione, che potrebbero basarsi non solo sull'osservazione dei sintomi, ma anche sui marcatori di rischio biologico.
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