Dispositivi medici: riparte la trattativa, sul tavolo 350 milioni per il payback

Si torna a trattare sul payback dispositivi medici ma la strada resta in salita. Dopo la recente sentenza del Tar del Lazio che, di fatto, conferma oltre un miliardo a carico delle imprese per il superamento del tetto di spesa nel periodo 2015-2018, le parti istituzionali e associative sono tornate al tavolo aperto al ministero dell’Economia con l’obiettivo di superare gradualmente una norma ritenuta ormai insostenibile avviando immediatamente politiche di salvaguardia per le imprese, con particolare attenzione a quelle piccole e medie, le più colpite dalle compensazioni richieste.
All’incontro hanno partecipato Conflavoro PMI Sanità, rappresentata dal presidente Gennaro Broya de Lucia, e Confapi Salute, con il delegato nazionale Michele Colaci, insieme al ministro Giancarlo Giorgetti, promotore del tavolo tecnico. Presenti anche altre associazioni rappresentative del comparto dei dispositivi medici, ministero della Salute, Ragioneria dello Stato e Regioni.
Il Governo ha presentato una nuova proposta, rafforzata da uno stanziamento di 350 milioni di euro, che ha raccolto consenso unanime per le annualità 2015-2018. Si profila, quindi, una possibile intesa già nei prossimi giorni. Tuttavia, permangono nodi irrisolti per gli anni successivi. Da un lato, le imprese chiedono l’abrogazione della norma, richiamando anche la natura straordinaria del contributo, riconosciuta dalla stessa Corte Costituzionale; dall’altro, la Ragioneria Generale dello Stato chiede garanzie su risorse e dati certi, indispensabili per definire soluzioni tecniche e operative sostenibili.
“Conflavoro PMI Sanità auspica che l’impegno congiunto di tutte le istituzioni coinvolte da questo Governo possa finalmente fare chiarezza – ha dichiarato Gennaro Broya de Lucia – su un tema che, per troppo tempo, ha generato incertezza, contenziosi e gravi difficoltà per migliaia di aziende italiane”.
“Con questo ulteriore stanziamento possiamo ottenere una franchigia fino a 10 milioni al netto dell’Iva, salvando di fatto oltre il 95% delle imprese travolte dalla norma – ha aggiunto Michele Colaci di Confapi Salute –. È un primo passo importante, ma serve ora uno sforzo ulteriore per risolvere definitivamente una questione che sta logorando il settore”.
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