Sei spettacoli da vedere al Festival di Almada


▲ "Qui som?", della compagnia franco-catalana Baro d'evel, è uno dei momenti salienti dell'apertura del festival, nel primo fine settimana
RAYNAUD DI LAGE Cristoforo
Lo spettacolo d'apertura del festival è francese. Qui Som? di Baro d'Evel, che segna il ritorno della compagnia franco-catalana in Portogallo, dopo aver messo in scena Falaise nel 2022. La compagnia è rinomata per la creazione di spettacoli che sfidano ogni categorizzazione: una fusione dinamica di circo, danza, teatro, musica, arti visive e comicità. Questo spettacolo, presentato all'ultimo Festival di Avignone, è la prima parte di un trittico in cui la ceramica funge contemporaneamente da materiale e da azione. I danzatori si esibiranno insieme a musicisti, acrobati, clown e persino un ceramista, in una creazione che combina tutte queste arti in modo sorprendente o, quantomeno, non convenzionale.

▲ L'opera teatrale di Xabier Bobés, "El Mar – Visione di alcuni bambini che non l'hanno visto", racconta la storia di un insegnante che decide di creare un giornale con gli studenti di un villaggio
Ci sono bambini che non hanno mai visto il mare e un maestro che promette loro: «Quest’estate lo vedremo insieme». Inizia così El mar – Visión de unos niños que no lo han visto nunca , un delicato spettacolo di teatro-documentario che racconta la storia vera di un maestro di scuola elementare che nel 1936 decide di creare un giornale con gli studenti di un piccolo villaggio spagnolo. Diretto e interpretato da Xavier Bobés e Alberto Conejero, lo spettacolo ricostruisce l’esperienza del giovane maestro che, in una scuola rurale di Burgos, incoraggia i suoi studenti a scrivere dei loro sogni e delle loro visioni del mare, un mare che non hanno mai visto, ma che descriveranno con grande immaginazione. Con fotografie, grammofoni, ritagli di giornale e cimeli in scena, più che ricostruire un episodio storico dimenticato, lo spettacolo è un omaggio all’utopia pedagogica e alla libertà di immaginare.

▲ Lo spettacolo "Extra Moenia", della regista italiana Emma Dante, ha l'onore di chiudere questa edizione del Festival
Rosellina Garbo
È uno dei grandi ritorni al Festival di Almada, quello dell'italiana Emma Dante, a cui spetta il compito di chiudere questa edizione, undici anni dopo avervi portato Le sorelle Macaluso . In Extra Moenia non c'è una trama né protagonisti tradizionali. La regista costruisce lo spettacolo sulle improvvisazioni di ogni attore sui propri personaggi, creando una narrazione corale che segue 14 persone comuni: figure senza grandi archi drammatici, ispirate alla quotidianità siciliana. Sono ferrovieri, migranti, soldati, amanti, una famiglia religiosa, donne in fuga e vittime, che attraversano treni, piazze, chiese e bar. Emma Dante ci invita a camminare con i normali, gli esclusi, a danzare con gli invisibili e, speriamo, a non lasciare il teatro indifferente.

▲ Il regista tedesco Thomas Ostermeier porta ad Almada l'opera dello scrittore francese Édouard Louis. L'opera si intitola "Storia della violenza".
Un incontro apparentemente banale alla vigilia di Natale a Parigi si trasforma in una spirale di violenza. È da questo episodio reale che lo scrittore francese Édouard Louis costruisce "History of Violence" , un romanzo autobiografico adattato per il palcoscenico da Thomas Ostermeier per la storica Schaubühne di Berlino, e ora presentato al Festival di Almada.
Questa produzione in lingua tedesca porta in scena il corpo vulnerabile e politico dell'autore, che, con la pubblicazione del suo secondo libro nel 2016, si è affermato come uno dei più grandi autori francesi della nuova generazione. Lo spettacolo, diretto dal regista tedesco, è più di una trasposizione del libro: è un gesto politico che esalta sulla scena i temi che Louis ha esplorato in tutta la sua opera: disuguaglianza, esclusione, identità, potere. Qui, il corpo violato diventa territorio di contesa (la violenza non è solo fisica: è sistemica, istituzionale, quotidiana), e l'intimità un campo di battaglia.
History of Violence è una narrazione cruda, una formulazione artistica di un'esperienza traumatica, in cui la testimonianza individuale diventa uno specchio collettivo. E ci ricorda che, dietro ogni statistica, c'è una storia che continua a far male.
“Un addio più che perfetto”, tratto da un romanzo di Peter Handke, regia di Teresa Gafeira
▲ La compagnia teatrale Almada presenta "Un addio più che perfetto", un adattamento del romanzo di Peter Handke, diretto da Teresa Gafeira
RuiCarlosMateus_fotografia.
In Un addio più che perfetto , Peter Handke racconta ciò che sa, o ciò che crede di sapere, sulla vita e la morte di sua madre, prima che, per usare le sue parole, "l'apatico mutismo, l'estremo mutismo" della tristezza lo assuma per sempre. La Compagnia Teatrale Almada (CTA) porta in scena questo testo del Premio Nobel austriaco, in una produzione di Teresa Gafeira. L'autore racconta la storia di sua madre, ma finisce per fare di più, perché la storia di sua madre è parte della storia dell'Europa centrale: Handke affronta l'ascesa del nazismo, la Seconda Guerra Mondiale e le sofferenze che ne seguirono. Cosa significa essere una donna austriaca nel dopoguerra?

▲ "As Aves" è il risultato della collaborazione tra le compagnie Mala Voadora e Comédias do Minho nella riscrittura dell'opera mitica di Aristofane
Patrick Esteves
A Mala Voadora si unisce a Comédias do Minho per un'incursione nel capolavoro di Aristofane, una commedia con un forte senso critico nei confronti dei "mali di Atene".
La storia si basa sul potere di persuasione che un uomo – Pistetero – esercita sugli uccelli, guidandoli a realizzare i suoi desideri. Uccelli provenienti dai campi, dalle montagne, dagli alberi, dai fiumi, dalle paludi e dagli oceani – tutti guidati da Pistetero – costruiscono una città sospesa nel cielo. Questa città sfiderà l'Olimpo, sconfiggendolo e prendendone il posto, mentre Pistetero, trasformato in uccello, assumerà il ruolo della divinità suprema, sostituendo Zeus.
Tra favola e commento politico, As Aves riunisce uccelli, umani e dei per riflettere sul potere in uno spettacolo con una forte componente musicale e momenti di danza.
observador