D. João Maria Pereira d'Amaral e Pimentel: il vescovo-storico che immortalò Oleiros (In occasione della Festa del Comune)

In un'epoca in cui l'identità locale spesso si dissolve nella corrente impersonale della globalizzazione, recuperare figure come D. João Maria Pereira d'Amaral e Pimentel è più di un esercizio di memoria: è un atto di resistenza culturale. Nato a Oleiros nel 1815, quest'uomo singolare unì una straordinaria carriera ecclesiastica a un profondo amore per la storia e le sue origini. Morì ad Angra do Heroísmo il 27 gennaio 1889.
La sua opera “Memórias da Vila de Oleiros e do seu Concelho”, pubblicata nel 1881, è un monumento di erudizione e affetto, che rimane una delle più importanti monografie locali portoghesi del XIX secolo.
D. João Maria Amaral e Pimentel fu il 28° vescovo di Angra do Heroísmo, dal 1872 al 1889. A questo vescovo di Oleiros è attribuito il merito di aver promosso l'educazione ecclesiastica e di aver creato il Boletim Eclesiástico dos Açores, la più antica pubblicazione periodica delle Azzorre, risalente a oltre 130 anni fa. Ma la sua passione per la letteratura andava oltre il clero. Era un uomo colto, amante delle arti, del giardinaggio, della pedagogia e della ricerca storica. Il suo libro su Oleiros non era solo una raccolta di fatti; era molto di più. Era una dichiarazione d'amore per la sua terra.
Ciò che rende quest'opera straordinaria è la ricchezza dei contenuti e la meticolosità del metodo. Divisa in tre parti principali, copre in dettaglio la storia della città e delle sue parrocchie, ne descrive i principali monumenti, tradizioni e personaggi, e offre una rigorosa analisi genealogica delle famiglie nobili e dei personaggi illustri della regione. Come se non bastasse, include documenti rari, come le lettere di Padre António de Andrade, missionario in Tibet nel XVII secolo. Si tratta, quindi, di un archivio di conoscenze che attraversa epoche e geografie, avendo sempre Oleiros come centro simbolico.
L'importanza di questa monografia va ben oltre il suo interesse locale. Ci permette di comprendere com'era il Portogallo nel XIX secolo: un paese profondamente rurale, con comunità profondamente radicate, dove la storia veniva tramandata oralmente o preservata da pochi individui appassionati. Re Giovanni, con la sua prospettiva clericale e umanista, diede forma scritta a queste memorie, diventando uno dei rari autori portoghesi a catturare, con tale dettaglio, il patrimonio immateriale di una regione.
Di recente, la riedizione in facsimile dell'opera da parte del Consiglio Comunale di Oleiros nel 1995 ha rafforzato la percezione del suo valore storico e pedagogico. Tuttavia, rimane relativamente sconosciuta al grande pubblico, il che rappresenta al tempo stesso una sfida e un'opportunità. Una sfida perché dimostra quanto sia fragile la memoria collettiva. Un'opportunità perché offre informazioni preziose da esplorare per insegnanti, ricercatori e altri curiosi.
In un Paese in cui si parla tanto di decentramento e valorizzazione dell'entroterra, è urgente prestare maggiore attenzione a eredità come quella di D. João Maria Pereira d'Amaral e Pimentel. È un esempio di come la cultura non risieda solo nei grandi centri o nelle figure di una stirpe, ma anche nelle voci locali che hanno saputo trasformare l'amore per la propria terra in un patrimonio comune.
Come ricercatore e professore, devo la mia più profonda gratitudine al vescovo João Maria Pimentel, perché scrivendo di Oleiros, ha scritto anche di tutti noi. Ha parlato dell'importanza di sapere da dove veniamo, per poter capire meglio dove stiamo andando. Grazie!
Jornal Sol