Dormire poco e andare a letto tardi compromette lo sviluppo del cervello negli adolescenti

Il sonno è vitale per lo sviluppo del cervello, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza. Uno studio dell’Università di Cambridge (Regno Unito) e dell’Università Fudan di Shanghai (Cina) condotto su oltre 3.200 adolescenti che utilizzavano dispositivi Fitbit indossabili, ha rilevato che andare a letto tardi e dormire poco può avere un impatto sulla crescita cerebrale, che si traduce in una connettività cerebrale più debole, in volumi cerebrali più piccoli e in prestazioni cognitive inferiori.
All’origine del problema, quasi sempre, c’è una cattiva “igiene del sonno” spesso caratterizzata da una vera e propria inversione del ritmo sonno-veglia, che può essere legata all’iperconnessione: molti ragazzi trascorrono tempo sui social media a letto, influenzando la durata e la qualità del riposo.
Consapevole un ragazzo su dueE non solo: secondo il centro studi americano Pew Research Center, 1 adolescente su 2 è ben consapevole che i social media danneggiano la salute mentale dei propri coetanei. Questi saranno alcuni dei temi che verranno affrontati in occasione del convegno nazionale congiunto della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF) e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), intitolato “Psicofarmacologia clinica nell’età di transizione”, che si apre oggi a Cagliari.
Una fase delicata della vitaL’obiettivo del convegno è di stimolare la connessione tra specialisti con diversa formazione (farmacologi, neurologi, neuropsichiatri infantili, psichiatri, medici delle dipendenze) al fine di creare un sapere condiviso necessario a migliorare l’intervento clinico in una fase delicata e complessa della vita di ogni persona. "I dati epidemiologici evidenziano – affermano i presidenti di SINPF, Matteo Balestrieri e Claudio Mencacci, e di SINPIA, Elisa Fazzi – che la gran parte dei disturbi psichici cronici ha il proprio esordio proprio in questa fascia d’età, spesso anche più precocemente in infanzia e preadolescenza e che, intervenendo precocemente, è possibile migliorare gli esiti futuri”.
Lo studio“Lo studio ha dimostrato che gli adolescenti che vanno a letto prima e dormono più a lungo sono quelli che ottengono prestazioni cognitive migliori – spiega la professoressa Sara Carucci, professoressa associata di Neuropsichiatria infantile all’Università di Cagliari, direttrice della Clinica di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della ASL di Cagliari –. Inoltre, le scansioni cerebrali hanno mostrato che gli adolescenti che rimanevano svegli fino a tardi e che quindi dormivano meno presentavano connessioni più deboli tra le aree cerebrali chiave. Avevano anche volumi cerebrali più piccoli, soprattutto in aree importanti per la memoria, come l’ippocampo. Tutti elementi che possono spiegare un basso punteggio nei test cognitivi”.
Gli effetti delle cattive abitudiniI ricercatori hanno seguito ragazzi dai 9-10 anni fino ai 14 anni, scoprendo anche che le differenze cerebrali e cognitive tra gli adolescenti con diversi modelli di sonno rimangono costanti nel tempo. “Questo suggerisce che gli effetti dei modelli di sonno sullo sviluppo cerebrale non sono temporanei, ma possono plasmare le traiettorie cognitive durante l’adolescenza – aggiunge Carucci –. Per questo adottare sane abitudini del sonno fin dalla tenera età può favorire un più sano sviluppo cerebrale e migliorare le prestazioni cognitive durante l’adolescenza. L’adolescenza è un periodo di estrema ricchezza e potenzialità: è importante mettere i giovani nelle condizioni di esprimere appieno il loro potenziale”.
Tablet e smarphoneUn’opzione importante sarebbe evitare l’uso dello smartphone e del tablet la sera, specialmente quando l’obiettivo è collegarsi sui social media. “Oltre a disturbare il sonno, l’iperconnessione legata all’utilizzo dei social ha un impatto negativo sulla salute mentale – sottolinea Giovanni Migliarese, psichiatra direttore SC Salute Mentale Lomellina ASST di Pavia –. E questo lo sanno molto bene gli stessi giovani, tanto che una recente ricerca americana che ha coinvolto ragazzi dai 13 ai 17 anni ha rilevato che il 48% ritiene che i social abbiano un effetto negativo sui coetanei. Un adolescente su 5, invece, ammette che influiscono negativamente anche su di loro. Quindi non ci sarebbero che vantaggi nello ‘scollegarsi’ dai social, soprattutto la sera”.
Non dimentichiamo che tutto questo influisce sullo stile di vita dei ragazzi. “Una scarsa igiene del sonno e iperconnessione – conclude Carucci – spesso si associano ad altri stili di vita negativi quali insufficiente attività fisica, alimentazione scorretta e uso di sostanze, che impattano ulteriormente sullo sviluppo neurobiologico cerebrale e creano le basi per una maggiore predisposizione a sviluppare ansia, depressione e rischio di suicidio. Più stili di vita negativi sono associati, peggiori sono le conseguenze in età tardo adolescenziale e adulta”.
La Repubblica