«Troppa confusione sull’ex Ilva, così non investirà nessuno»

Noi il tema gas non l’abbiamo neanche toccato. Ora, se si trova una soluzione sostenibile e ci sono altre possibilità quando ci sarà bisogno del gas, perché il gas servirà, allora applicheremo queste, altrimenti, se non ci sono le alternative, perché dire no all’arrivo anche temporaneo di una nave di rigassificazione? Perché non posizionarla in un’area che non comprometta il ruolo del porto? Le soluzioni non devono essere sostenibili solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico se non vogliamo perdere opportunità, allontanare gli investitori e confermare l’immagine di una Taranto contraria all’industria.
Intanto lo step di partenza può essere alimentato con il gas che già arriva in fabbrica. Lo dice anche il comitato tecnico del Mimit, quando dichiara che il sito di AdI è allacciato alla rete nazionale del gas con una capacità complessiva di circa 2 miliardi di metri cubi all’anno, sufficienti a coprire il ciclo produttivo esistente e parte della fase 1 di entrambe le opzioni. La fase 1 è nel 2029 e prevede per lo scenario A, 2 altiforni, un forno elettrico e 2 impianti tra Dri e cattura-stoccaggio della CO2, mentre per lo scenario B, 2 altiforni e un forno elettrico. Quindi vediamo e gestiamo il problema del gas con gradualità.
La decarbonizzazione è chiesta da anni per abbattere le emissioni inquinanti. Ora che si vuole metterla in cantiere, si ostacolano le condizioni per realizzarla. Ma non è che il vero obiettivo è far chiudere l’acciaieria?
Guardiamo la realtà e se ci sono pregiudizi, è giusto che siano eliminati.
Dallo Stato dobbiamo avere garanzie sulle risorse. Lo ribadiremo a Urso il 12. A disposizione c’è un miliardo dell’Fsc per un Dri, ma siccome qui servirà più di un miliardo, lo Stato vi provvederà? Di questo dobbiamo assicurarci. Altra cosa è che siano coinvolte le imprese del territorio. Chiediamo un accordo di sito per coinvolgere l’indotto di Taranto e che si riconosca un elemento premiale a chi si impegna ad utilizzare queste imprese. Inoltre, chiediamo di prevedere nel bando un punteggio premiale per progetti di rigenerazione ambientale che interessino le aree adiacenti allo stabilimento in modo che l’impatto, anche visivo, sia mitigato.
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