Intesa, accordo sul fondo pensione unico per 130mila bancari: gestirà 10 miliardi

Tutele per tutti i 130mila dipendenti coinvolti e stesse garanzie individuali previste dai fondi di origine. L’accordo raggiunto dal gruppo Intesa Sanpaolo e dai sindacati di categoria, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin porterà all’integrazione dei fondi previdenziali Cariplo e del fondo a prestazione definita nel Fondo unico del gruppo Intesa Sanpaolo, senza che vi siano delle penalizzazioni per chi è coinvolto. Inoltre l’intesa prevede che siano offerte opzioni di capitalizzazione su base volontaria. L’operazione entrerà in vigore il 1° gennaio 2026 per i lavoratori iscritti al Fondo a prestazione definita e il 1° gennaio 2027 per quelli iscritti al Fondo Cariplo e porterà alla creazione di un ente con un patrimonio gestito di oltre 10 miliardi di euro, il fondo pensioni aziendale più grande del nostro Paese.
«Abbiamo raggiunto un accordo politicamente molto significativo - sostiene il coordinatore Fabi nel gruppo Intesa Sanpaolo, Paolo Citterio -. Con questo accordo prosegue il lavoro di integrazione e semplificazione del quadro normativo in Intesa Sanpaolo. La creazione di un Fondo pensione unico, ottenuto dopo oltre un anno di confronto sindacale, ha salvaguardato le tutele storiche degli aderenti ai vari fondi di provenienza».
Come ricorda Fedele Trotta della First Cisl, si tratta «del completamento di un percorso iniziato nel 2015, con la fusione dei fondi pensione Intesa e Sanpaolo Imi. L’accordo porta alla creazione di un fondo unico, che comprenderà sia la gestione a contribuzione definita che quella a prestazione definita. E’ un passo fondamentale che assicura omogeneità, efficienza e solidità al sistema previdenziale del Gruppo. Soprattutto, si garantisce la massima tutela anche per chi è già in pensione, grazie a un fondo di grandi dimensioni, in grado di assicurare sostenibilità, sicurezza e trasparenza nel lungo periodo».
ilsole24ore