C’è il nuovo bando per vendere l’ex Ilva, entro il 15 settembre le nuove offerte

Il nuovo bando per l’ex Ilva c’é. L’ingegnerizzazione finanziaria dei conti pubblici con cui effettuare il più ambizioso piano di decarbonizzazione della siderurgia europea non ancora. Ma, intanto, il nuovo bando, per provare a selezionare un gruppo privato che rilevi quel che resta dell’ex Ilva in tutto o a pezzi, c’è. Ieri il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha autorizzato la pubblicazione della nuova “Lettera di procedura II” per la vendita degli asset aziendali delle due società per azioni Ilva e Acciaierie d’Italia, entrambe in amministrazione straordinaria, La novità - spiega il ministero delle Imprese in una nota - è che, rispetto al bando precedente, fin dalla prima istanza si consente l’acquisto dell’intero complesso aziendale, del compendio aziendale Nord (Genova, Novi Ligure e Racconigi), del compendio Sud (Taranto) o di singoli rami d’azienda. Tuttavia, precisa il ministero, “a parità di condizioni, saranno privilegiate le soluzioni che meglio garantiscono la continuità produttiva e la tutela occupazionale”.
L’aggiornamento del bando, spiega il Mimit, recepisce i più recenti sviluppi in ambito ambientale e industriale a partire dalla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) rilasciata per il sito di Taranto il 25 luglio scorso, con validità di 12 anni e una capacità produttiva autorizzata fino a 6 milioni di tonnellate annue. Inoltre, “in linea con la strategia nazionale per la transizione ecologica, il Governo assicura il proprio supporto, anche attraverso la società pubblica DRI d’Italia, per la costruzione di impianti di preriduzione destinati ad alimentare i futuri forni elettrici”. Anche se, appunto, nulla si sa ancora delle poste di bilancio pubbliche con cui finanziare il tutto.
Rispetto alla precedente versione del bando pubblicata a fine luglio 2024, il nuovo testo stabilisce che la decarbonizzazione del sito di Taranto non è più un’opzione ma diventa un obbligo vincolante: i soggetti interessati dovranno impegnarsi a spegnere le aree a caldo alimentate a carbone nel più breve tempo possibile, a realizzare fino a un massimo di tre forni elettrici. “Questo obbligo - spiega il Mimit - è il frutto dell’intesa raggiunta il 31 luglio al Mimit dal ministro Urso con le istituzioni nazionali, la Regione Puglia e gli Enti locali, che hanno espresso un accordo unanime e deciso a favore della piena decarbonizzazione, secondo la progettualità più rapida e sfidante dal punto di vista tecnologico”. Il tono trionfalistico della nota del Mimit non tiene conto della profonda lacerazione sperimentata dalla comunità di Taranto, la cui amministrazione comunale ha detto di no alla nave rigassificatrice nel porto della città, senza la quale sembra complicato raggiungere in maniera rapida ed efficiente le sei milioni di tonnellate di produzione annua con forni elettrici e preridotto. Un’ulteriore novità del bando riguarda lo stabilimento di Genova (Cornigliano): potrà essere prevista la realizzazione di un forno elettrico e di impianti di prima lavorazione funzionali all’attività del sito. Rispetto al precedente bando, la nuova offerta vincolante dovrà anche prevedere l’acquisto dell’intero magazzino e includere una nuova versione del piano industriale. Quest’ultima dovrà specificare il numero dei dipendenti che l’offerente intende mantenere nel perimetro aziendale, nonché la durata dell’impegno in termini occupazionali e di continuità aziendale
I commissari di AdI e di Ilva, dice il Mimit, “valuteranno le proposte secondo criteri di sostenibilità industriale, ambientale e sociale, riservandosi la facoltà di attivare eventuali fasi di rilancio e negoziazione”.
La bozza del nuovo contratto di compravendita sarà disponibile in data room entro il 31 agosto. Le offerte vincolanti dovranno essere presentate entro il 15 settembre 2025.
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