Alcaraz: questa volta, molto meglio

Dopo lo spavento del suo debutto, nei cinque set di lunedì contro Fabio Fognini, questa volta Carlos Alcaraz inizia con un'aria diversa.
Oliver Tarvet (21) non è un trompe l'oeil, non è il mago Fognini, ma gioca davanti al pubblico di casa e la sua presenza inaspettata in questo turno entusiasma lui e anche i fedeli londinesi, che lo applaudono per due motivi: non solo è uno di loro, ma è anche il debole in questa competizione.
(E nel tennis, come sappiamo: più i deboli resistono, più dura la lotta.)
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Questa è la seconda partita di Tarvet in un Major, il secondo torneo ATP importante della sua carriera, e appare 733° nella classifica del tour, ma la sua posizione in classifica è un paradosso, una bugia. Studente di Comunicazione e Marketing all'Università di San Diego, Tarvet brilla da diversi anni nei tornei NCAA americani. Se non ha punti ATP, non è per la sua vulnerabilità, ma per la sua incapacità di apparire: il suo status universitario lo costringe a muoversi nell'ambito amatoriale.
(In realtà, è un peso per lui: non potrà ricevere i 114.000 euro a cui ha diritto per essere arrivato al secondo turno; la sua borsa di studio universitaria glielo impedisce, fissando un tetto massimo di 8.400 euro all'anno; non riceverà un solo euro di più.)
Alcaraz ha notato questo fatto, ha capito che Tarvet non gioca come un 733, ed è per questo che il giorno prima, alla domanda sull'avversario, il murciano si è mostrato tanto saggio quanto cauto:
– Non vedo la testa di serie numero 733 al mondo. Vedo un avversario che è al secondo turno. E se quello è il suo livello, è così che dovrebbe essere trattato e visto.
Trompe-l'oeil "Non vedo la testa di serie numero 733 al mondo. Vedo un avversario che è al secondo turno", aveva detto Alcaraz il giorno prima.Veniamo al dunque: castigato dal mago Fognini, come dicevamo, questa volta Alcaraz vince in 2h16m per 6-1 e doppio 6-4 e si dirige verso il terzo turno.
E la loro accelerazione determina il divario che si sta aprendo tra i due magnifici giocatori del tennis contemporaneo (Sinner e Alcaraz) e il resto del circuito. Mentre le prime teste di serie continuano a scendere (ieri, Tiafoe, 12°, si è ritirato contro Cameron Norrie; il languido Zverev se n'è già andato, così come Musetti, Medvedev, Rune, Tsitsipás, Humbert e Cerúndolo), l'italiano e il murciano si rimboccano le maniche e accelerano il ritmo.
(Questo giovedì Sinner affronterà Aleksandar Vukic.)
Vittime più illustri Si allunga l'elenco dei caduti illustri: Tiafoe si aggiunge a Zverev, Musetti, Medvedev, Rune, Tsitsipas e CerúndoloQuesta è la cattedrale del tennis, un po' di rispetto. Tarvet non ci può credere. Registrerà questo giorno; è il suo battesimo sul Campo Centrale di fronte a un atleta trascendentale.
Ricorderemo sempre Alcaraz e Tarvet lo fa ora.
Il murciano non gli permette di prendere il volo. Con due pugni sul tavolo e una raffica di dritti, Alcaraz si porta sul 3-0, pressa il britannico e affonda nel primo set. Fa quasi tutto, visto che in quel set mette a segno tredici vincenti (contro i quattro di Tarvet), ma commette anche quattordici errori non forzati (Tarvet, cinque).
In un lampo, il set è suo, anche se poi tutto torna alla normalità. Tanto talento, tanta arroganza, determinano il tennis di Alcaraz: toglie il piede dall'acceleratore e, nel momento di difficoltà, Tarvet si insinua. Gli strappa il servizio nel secondo set e costringe il murciano a un altro tentativo, e questo non è un male: la sua prontezza lo rende velenoso.
Senza ulteriori indugi, Alcaraz ritrova il tono dopo aver osservato come il suo rivale, questo Tarvet che ha vissuto l'avventura della sua carriera, gli porge la mano dicendo:
– Tra molti anni lo racconterò ai miei nipoti. Ho perso contro un tennista che ha vinto venti partite consecutive.
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