I selfie con le celebrità si fanno con l’IA. Non tutti sono entusiasti

Quello dei selfie “impossibili” con le celebrità vive o morte, creati con un semplice prompt, è un fenomeno esploso sui social nel corso degli ultimi mesi. Soprattutto su TikTok e Instagram spopolano video e immagini nei quali gli utenti appaiono al fianco di star internazionali, ma spopolano anche contenuti multimediali che propongono celebrità reali o di fantasia in scene non ufficiali.
Tutto ciò sta facendo storcere il naso ai giganti dell’intrattenimento e, ancora prima, pone l’accento sulla necessità di trovare un equilibrio nell’uso delle IA, sempre più al centro di abusi che sfociano nei deepfake, nella disinformazione ma anche nelle truffe e nei raggiri.
Il fenomeno dei selfie con le celebritàGli strumenti IA che consentono di associare il proprio volto a quello di personaggi famosi sono molti.
Agli inizi di ottobre scorso, per fare un esempio, si è creato un certo spazio il fenomeno Elevator AI che ha preso il nome dall’omonima funzione di un’app per dispositivi mobili con la quale, caricando una propria fotografia, si può creare in pochi passaggi una foto realistica accanto a un vip.
Con l’affermarsi e il diffondersi di strumenti sempre più performanti, le fotografie hanno lasciato spazio ai video di durata variabile che possono essere creati anche da chi ha conoscenze superficiali in ambito di intelligenza artificiale.
Nello specifico, il funzionamento può essere schematizzato così:
- Si carica un’immagine di riferimento (la foto del proprio volto o di un ambiente specifico)
- Si scrive un prompt che contiene le istruzioni specifiche relative alla star o alle star che si desidera appaiano nel video, fornendo anche gli atteggiamenti che queste devono assumere, con dovizia di particolari
- Il modello IA fa il resto, generando un video la cui durata varia a seconda delle peculiarità del modello stesso.
Questi passaggi sono tipici dei modelli “end-to-end” che trasformano il testo in video ma il discorso si amplia a metodi differenti quali i modelli che consentono il face-swap o il face-replacement (due tecniche affini ma non identiche) che consentono di cambiare il volto di chi appare in un video.
In questi casi l’algoritmo necessità di un video (per esempio la scena di un film) e la fotografia di un volto da sovrapporre. L’IA si fa carico di sostituirlo frame per frame, mantenendone le espressioni e l’illuminazione.
Questi strumenti – se ne contano decine – sono utilizzabili anche da chi non ha conoscenze specifiche fermo restando che, soprattutto quelli Open source, tendono a richiedere dei dati di addestramento e delle conoscenze tecniche almeno superiori alla media.
Gli aspetti controversiLo sviluppo delle tecnologie IA sta assottigliando la linea che separa in modo riconoscibile ciò che è vero da ciò che non lo è.
Inoltre, i modelli IA in grado di restituire questi contenuti sono addestrati su materiali tendenzialmente protetti da diritti d’autore.
Due aspetti diversi che tendono a convergere e il cui risultato si traduce nella difficoltà di bilanciare la creatività, il copyright e la tutela della verità.
Un discorso lungo e sfaccettato perché, se creare un selfie con una star può avere un’intenzione goliardica, può anche rappresentare una distorsione della realtà che fa leva sulla curiosità di chi consuma tali contenuti e che può sfociare in disinformazione.
Inoltre, ricreare un selfie con una celebrità è diverso da modificare una scena in cui una star è apparsa realmente, o farle prendere parte a una scena mai girata.
La reazione di YouTubeIl 18 dicembre appena trascorso YouTube ha chiuso due canali – Screen Culture e KH Studio – sui quali venivano caricati trailer falsi di film famosi.
I contenuti, tutti prodotti con l’ausilio di strumenti IA, hanno generato più di un miliardo di visualizzazioni e hanno chiamato a raccolta milioni di iscritti.
La decisione di YouTube, dettata dalla violazione delle policy, è giunta dopo le pressioni esercitate dalle major cinematografiche, secondo le quali i due canali violavano sistematicamente il copyright e creavano confusione nel pubblico.
Inoltre, così come evidenziato da alcune testate americane, i giganti dell’industria cinematografica si sono concentrati anche sui facili guadagni conseguiti dai proprietari dei canali YouTube sfruttando contenuti ingannevoli.
In conclusioneIl fenomeno dei selfie con le celebrità dimostra quanto le IA stiano entrando con decisione nella cultura visiva e ciò pone problemi etici e sociali a cui le piattaforme stanno cominciando a guardare con maggiore convinzione.
La domanda inizialmente ingenua che ci si poneva all’indomani della diffusione delle IA generative era limitata a come avrebbero cambiato il nostro rapporto con le immagini. Con il passare del tempo però è diventata più netta e perentoria, fino a costringerci a chiederci come gestiremo questo potere creativo e da quali norme sociali, legali e culturali dovrà essere accompagnato.
La Repubblica



