Ipertensione: ne soffre la metà degli uomini e il 40% delle donne ma uno su tre non lo sa

In Italia è ipertesa la metà degli uomini e il 39% delle donne. Ben un terzo della popolazione, non sa di esserlo. E’ amaro il primo bilancio tracciato dall’Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale dell’ipertensione del 17 maggio, dedicata a una malattia che colpisce circa 1 adulto su 3 a livello globale .
L’ipertensione arteriosa – la pressione elevata esercitata contro le pareti delle arterie - rappresenta una delle principali cause di morte prematura e disabilità nel mondo, aumentando significativamente il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale, demenza e cecità. Il 17 maggio, istituita per migliorare la consapevolezza e contrastare questa condizione, che , ricorre la giornata mondiale contro l’ipertensione.
Si parla di pressione elevata quando misurazioni effettuate su entrambe le braccia, più volte consecutivamente e in giorni differenti, danno valori di pressione arteriosa superiori o uguali a 140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e/o a 90 mmHg per la pressione diastolica (minima). In Italia, il Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss) conduce periodicamente l’Italian Health Examination Survey (HES) – Progetto Cuore, l’indagine che prevede l’esame di campioni di popolazione generale di età compresa tra i 35 e i 74 anni per monitorare lo stato di salute della popolazione.
«I dati preliminari dell’indagine Italian Health Examination Survey–Progetto CUORE in corso mostrano, nei campioni esaminati nel 2023 e 2024, una prevalenza di pressione arteriosa elevata pari al 37% negli uomini e al 23% nelle donne, e se si considerano le persone con pressione arteriosa elevata e/o in trattamento farmacologico specifico, ovvero le persone definite ipertese, si arriva a una prevalenza del 49% negli uomini e 39% nelle donne. Il valore medio della pressione sistolica è risultato pari a 134 mmHg negli uomini e a 126 mmHg nelle donne e il valore medio della pressione diastolica pari a 80 mmHg negli uomini e a 75 mmHg nelle donne», dichiarano Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, ricercatori del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss. «Tra le persone risultate ipertese durante l’indagine – aggiungono - circa un terzo non era consapevole di poter avere problemi di controllo della pressione arteriosa».
Eppure, rilevano dall’Istituto superiore di sanità, nel 2018/2019 rispetto alle indagini precedenti del 1998/2002 e del 2008/2012, è stata osservata una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica sia negli uomini (1998/2002: 136/86 mmHg; 2008/2012: 132/84 mmHg; e 2018/2019: 132/78 mmHg) che nelle donne (132/82 mmHg, 126/78 mmHg e 122/73 mmHg, rispettivamente), della prevalenza di pressione arteriosa elevata (definita come pressione arteriosa sistolica>=140 mmHg o pressione arteriosa diastolica>=90 mmHg) (50%, 40% e 30% negli uomini e 39%, 25% e 16% nelle donne, rispettivamente), e di ipertensione, definita come pressione arteriosa elevata e/o uso di trattamento farmacologico specifico (54%, 49% e 44% negli uomini e 45%, 35% e 32% nelle donne, rispettivamente nelle 3 indagini). Tendenze temporali che “sono state riscontrate anche considerando i dati scorporati per classi di età e livelli di istruzione”.
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