La spinta del Papa: 'Spero nel buon esito delle trattative'

Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

La spinta del Papa: 'Spero nel buon esito delle trattative'

La spinta del Papa: 'Spero nel buon esito delle trattative'

Il Papa auspica che le trattative in corso per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina vadano a buon fine. Ma soprattutto lancia un appello affinché nei colloqui sia sempre al centro "il bene comune dei popoli". Lo ha detto nel corso dell'Angelus a Castel Gandolfo.

Giornata intensa per Papa Leone che questa mattina ha celebrato la messa nel piccolo santuario di Santa Maria della Rotonda ad Albano e, dopo l'Angelus, ha pranzato con oltre cento persone, tra assistiti della Caritas e volontari.

La pace resta al centro delle sue preoccupazioni. "Preghiamo perché vedano a buon fine gli sforzi per fare cessare le guerre e promuovere la pace, affinché nelle trattative si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli", ha detto al termine della preghiera mariana. Il pensiero è per quella rete di incontri, tra l'Alaska e Washington, per cominciare a sperare nella fine della guerra in Ucraina. Anche nell'omelia della messa aveva sottolineato che non serve "il fuoco delle armi, e nemmeno quello delle parole che inceneriscono gli altri". Occorre piuttosto mettersi al servizio degli altri per "rinnovare il mondo".

Intanto prosegue il lavoro della Santa Sede, quella "soft diplomacy" della quale lo stesso Papa ha parlato qualche giorno fa. E' lo stile del Vaticano che non ha armi, non ha territori o interessi da difendere ma può esercitare una importante pressione sui paesi. Rientra in questo continuo lavoro diplomatico non solo la missione umanitaria, come in Ucraina, ma anche l'offerta del suo territorio neutro per eventuali negoziati. La disponibilità ad aprire le porte del piccolo Stato per ospitare trattative di pace resta confermata ma è necessario che siano le parti a volerlo e più volte Mosca ha chiuso a questa ipotesi.

Resta tutto l'impegno invece ad alleviare per quanto possibile le sofferenze della gente. Papa Francesco aveva avviato questa missione facilitando il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia e anche lo scambio di liste di prigionieri. Papa Leone ha preso il testimone e prosegue nell'opera, come sottolinea anche il cardinale ucraino Mykola Bychok. "Sono convinto che Leone XIV farà tutto il possibile per fermare le ostilità e aiutare il nostro Paese", dice convinto al quotidiano dei vescovi.

"E' chiaro che il Papa, come tutta la nostra nazione, voglia la pace. Fin dall'inizio dell'invasione la Santa Sede ha fatto, e continua a fare, molto per sostenere la popolazione. Questo include preghiere costanti, frequenti appelli, aiuti umanitari e molte altre azioni che rimangono sconosciute all'opinione pubblica. Papa Leone sta moltiplicando gli sforzi", assicura il card. Bychok che negli ultimi tempi ha avuto diverse occasioni di incontro con Prevost.

Stesso impegno per la pace è anche sugli altri terreni di conflitto, a partire dal Medio Oriente. Se la Santa Sede ha sempre chiesto insieme il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, nei mesi è cresciuta la preoccupazione per Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima. E ora c'è anche lo spettro dell'evacuazione che potrebbe interessare anche la parrocchia di Gaza, con i suoi cinquecento ospiti che vivono da quasi due anni in quella canonica perché hanno perso tutto.

ansa

ansa

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow