Bertolucci: "L'evoluzione dell'uomo Sinneriano. Perché Jannik è il tennista perfetto"

L’ uomo Sinneriano ha completato la sua evoluzione, trasformandosi nel giocatore perfetto. È la bellezza dello sport: la continua capacità di rigenerarsi attraverso la successione di campioni formidabili. Archiviata l’epoca dei Big Three (non ce ne voglia Djokovic, ma a Wimbledon si è probabilmente assistito al suo definitivo tramonto), sono apparsi all’orizzonte due fenomeni come Sinner e Alcaraz capaci senz’ombra di dubbio di rinverdire i fasti della più clamorosa generazione della storia. Tuttavia il successo di Jannik a Wimbledon assume una valenza simbolica, perché al netto del confronto tra i palmarès (peraltro molto simili, nonostante il lieve vantaggio dello spagnolo), segna l’apoteosi di un giocatore che attraverso il lavoro, l’applicazione, la cura maniacale dei dettagli si è perfezionato fino a liberarsi di qualsiasi punto debole e su qualunque superficie. A questo punto, analizzando tutti gli aspetti della sua personalità tennistica, l’unico limite di Sinner può essere davvero solo il cielo.
La Gazzetta dello Sport