Camarda si prende il Lecce: «L’area di rigore il mio pane»

Lavoro, lavoro ed ancora lavoro, con grande umiltà e con tanta voglia di fare bene. È con questo “manifesto programmatico” che Francesco Camarda si presenta ai tifosi del Lecce. «Sono una punta centrale - dice il 17enne scuola Milan - Il mio “pane” è l’area di rigore, compiere i movimenti giusti nei sedici metri avversari, staccarmi dall’uomo. Devo migliorare soprattutto nel gioco fuori area. Sono veloce ed abbastanza fisico. Ogni giorno lavoro per migliorarmi perché voglio aggiungere sempre qualcosa al mio bagaglio. Nel Lecce sono deciso a sfruttare al meglio tutte le occasioni che potrò avere. La società salentina mi ha dato la propria fiducia e ci tengo a ripagarla, anche per fare gioire i tifosi, che sono molto appassionati».
Ha fatto tutta la trafila nelle varie nazionali giovanili e con i suoi gol ha contribuito alla vittoria del campionato europeo under 17, nel giugno 2024. È fatale che, nel medio periodo, si guardi a lui anche per la rappresentativa maggiore. «Il futuro si costruisce e dipende anche dal presente, quindi sono concentrato solo sul prossimo campionato». In ambito giovanile ha realizzato valanghe di reti: «Sono un ragazzo tranquillo. Non penso mai a quello che ho fatto. Le statistiche positive che mi riguardano fanno piacere, ma nulla più. Del resto, un attaccante ha bisogno del collettivo, altrimenti non fa gol. Io sono sempre lo stesso ed ho voglia di migliorare giorno dopo giorno, costantemente, dando il massimo».
Chiarisce che la scelta di accasarsi al Lecce è stata sua: «I consigli dei miei genitori hanno un valore inestimabile. Poi ascolto il parere degli amici e dei compagni di squadra. Ma la decisione di accettare l’offerta del sodalizio salentino l’ho presa io, con il mio procuratore. Decisiva è stata la fiducia che ho avvertito nei miei confronti. Questa circostanza mi ha dato una grande spinta ad optare per la società giallorossa». L’approccio con il mondo-Lecce è stato positivo: «Sono stato accolto bene. Ho instaurato un buon rapporto con tutti. C’è chi mi ha dato maggiore confidenza e chi meno, ma dipende dal carattere di ciascuno. Ai tifosi dico di sostenerci con calore e passione. Daremo il massimo pur di fare bene e vederli gioire». Per uno strano scherzo del fato, la sua prima volta al “Via del Mare” coinciderà con la gara contro il suo Milan, il 29 agosto: «Nel club rossonero sono cresciuto da quando ero un bambino. È come una seconda casa. Affronterò i miei ex compagni, ma il mio presente è il Lecce e darò tutto per la casacca giallorossa perché ci teniamo a fare subito bene al cospetto della nostra gente».
Ha esordito in Champions (a 16 anni e 226 giorni, diventando il più giovane italiano di sempre a disputare una gara della “coppa dalle grandi orecchie”), contro il Club Bruges, segnando un gol poi annullato dal Var: «È stata una serata indimenticabile, nella quale ho provato emozioni fortissime, che non riesco a descrivere. Dispiace per la rete non convalidata, ma è stata comunque uno stimolo a volere dare sempre di più».
Garantisce di non avvertire la pressione: «Il calcio è la mia passione. Avevo un sogno da bambino e continuo ad avere lo stesso sogno». Compirà 18 anni il 18 marzo 2026, a torneo in corso, tra le sfide con la Cremonese ed il Napoli. La maggiore età andrebbe festeggiata in maniera degna: «Non ho pensato a come brindare. La cosa certa è che il regalo più bello sarebbe che il Lecce vincesse entrambi i match e magari che io segnassi». Ammette di avere fissato un bottino di gol al quale mirare: «È così, ma non chiedetemi quale sia la cifra. A fine stagione dirò con onestà se l’ho raggiunta oppure no. L’obiettivo personale è segnare quanti più gol possibile. Quello della squadra conquistare quanti più punti è possibile». Sulle qualità che predilige nei compagni di reparto non si sbottona: «In campo ci sono situazioni tecnico-tattiche che si creano in base ai principi del mister ed atre che vengono determinate dalle qualità dei singoli. Per me è importante che il gruppo sia unito sia in campo che fuori. I compagni mi vedranno sempre lavorare sodo. Per loro ci sarò in qualsiasi momento».
Ha sempre militato nel Milan. Andando a Lecce, ad oltre mille chilometri dalla sua Milano, ha tagliato il cordone ombelicale con i rossoneri: «I miei genitori mi hanno seguito sempre, anche in trasferta. Quando hanno saputo che il sodalizio salentino mi voleva, mi hanno chiesto se fossi favorevole al trasferimento e quando ho risposto di “si” hanno appoggiato la mia scelta. Verranno con me e saranno al mio fianco».
La Gazzetta del Mezzogiorno