Pippo Baudo, il primo successo fu a Milano con Settevoci: l’applausometro, la sigla ‘Donna Rosa’ e tanti futuri big

Milano, 17 agosto 2025 – Il programma Rai che lanciò in tv Pippo Baudo venne prodotto dalla Rai presso il teatro di Fiera 2 a Milano. Si tratta di Settevoci, primo vero trampolino di lancio per il presentatore siciliano, destinato ad entrare nella storia della Tv e scomparso ieri, 16 agosto, a Roma, all’età di 89 anni al i al Policlinico Campus Biomedico di Roma
La trasmissione esordì domenica 6 febbraio 1966 alle 18.15, come regolarmente indicato nei palinsesti del Radiocorriere nella fascia Pomeriggio alla Tv. Per anni si è diffusa la convinzione, alimentata anche dallo stesso Baudo, che quella prima puntata fosse andata in onda soltanto perché una bobina del telefilm Rin Tin Tin non era arrivata in tempo. In realtà, venne poi dimostrato, il celebre telefilm americano con protagonista un cane, non andava in onda di domenica e sul Corriere d’informazione del 5 febbraio 1966 si trova un articolo di presentazione intitolato "Sette voci con i quiz di Pippo Baudo. Nuovo programma per la domenica pomeriggio": la messa in onda era dunque programmata.
L’idea del programma e la prima puntata
La Rai decise di sperimentare una nuova formula nel pomeriggio domenicale, fascia in cui gli spettatori erano numerosi ma non pienamente soddisfatti dall’offerta sportiva. Tra la Tv dei ragazzi e la telecronaca calcistica restava infatti quasi un’ora di programmazione, solitamente affidata a sceneggiati di poco richiamo. Da qui la scelta di proporre un telequiz musicale sulle orme del Musichiere di Mario Riva.
Ogni puntata prevedeva la presenza di sette cantanti: due al debutto, quattro concorrenti veri e propri e un ospite fuori gara. Alla prima trasmissione parteciparono, in ordine di apparizione, Mario Zelinotti e Rita Monico come esordienti, Lalla Castellano, Vanna Brosio, Claudio Lippi e Gianni Mascolo come concorrenti, e Betty Curtis come ospite.
Telequiz musicale e l’applausometroI cantanti venivano abbinati a uno spettatore che doveva risolvere i quiz musicali. Ogni risposta esatta permetteva al cantante di avanzare di due passi; i due concorrenti con il punteggio più alto accedevano alla finale, decisa dall’applauso del pubblico in sala, misurato da un applausometro. Vincitori, spettatore e cantante ricevevano un gettone d’oro e l’accesso automatico alla puntata successiva. Dopo la prima puntata il Corriere d’informazione del 7 febbraio 1966 pubblicò una recensione poco lusinghiera, definendo Baudo un “pallido successore di Mario Riva” e criticando l’applausometro. In realtà Baudo seppe fare la differenza e conquistare rapidamente il pubblico e la critica. La prima edizione si concluse il 26 giugno 1966, dopo 20 puntate, tutte dal teatro di Fiera Milano, ben otto in più delle 12 inizialmente previste.
Dalla fascia pomeridiana all’ora di pranzoIl programma contribuì in modo determinante al lancio del nuovo Telegiornale delle 13.30, inaugurato il 15 gennaio 1968. Dal 21 gennaio di quello stesso anno “Settevoci” passò infatti alla fascia meridiana, dalle 12.30 alle 13.30, in replica la sera alle 22.15 sul Secondo Canale. La domenica pomeriggio venne invece occupata dalla trasmissione condotta da Lara Saint Paul, “Quelli della domenica”, inizialmente pensata con il titolo “Gli amici della domenica”. La quarta edizione di “Settevoci” debuttò il 6 ottobre 1968, con la versione serale che da semplice replica diventava un completamento della puntata meridiana. Alla fine di quella stagione, Baudo annunciò la chiusura del programma, invece ci fu una quinta edizione, dal 18 gennaio al 28 giugno 1970, con ospiti come Caterina Caselli, Anna Moffo e Nicola Arigliano. La trasmissione si chiuse con un indice di gradimento molto alto: 78 per l’edizione meridiana e 81 per quella serale.
I big della musica e Donna RosaIn cinque anni, Settevoci contribuì a lanciare figure destinate a diventare protagoniste della musica leggera italiana, da Orietta Berti a Massimo Ranieri, da Al Bano a Marisa Sannia, fino a Franco IV e Franco I, Gian Pieretti, Rossano e Mario Tessuto. Purtroppo negli archivi Rai oggi non restano puntate complete, ma soltanto le sigle animate, tra cui “Donna Rosa” e “W le donne”, scritte dallo stesso Baudo.
Il Giorno