La grande crisi dell’energia solare


Ansa
Editoriali
Gli investimenti nel fotovoltaico rallentano in Europa per il calo dei prezzi e la fine degli incentivi. Si punta ora su batterie e accumulo, ma con rischi maggiori per gli operatori
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Gli investimenti in impianti solari, almeno in questa parte del mondo – e negli Stati Uniti di Donald Trump non è molto diverso – cominciano a soffrire. Spagna, Italia e Germania registrano alcuni insuccessi e un certo rallentamento. Le ragioni principali sono due: la discesa dei prezzi dell’energia e un modello di business particolare. I principali investitori nel fotovoltaico su larga scala sono stati finora i grandi fondi infrastrutturali, che possiedono migliaia di megawatt. I piccoli impianti sono molto diffusi ma poco influenti sul totale della produzione. Fino a ieri, grazie agli incentivi e ai prezzi di ritiro dell’energia garantiti per decenni, era possibile contare su flussi di cassa stabili e bancabilità assicurata: si arrivava a finanziare fino all’80 per cento dell’investimento con debito, massimizzando la leva e la redditività del capitale proprio. Ma con prezzi bassi cambia tutto.
Nonostante la più volte conclamata grid parity (il punto in cui il costo di produzione dell’energia da rinnovabili diventa uguale o inferiore al costo dell’elettricità acquistata dalla rete prodotta con fonti convenzionali) e un costo di produzione per kilowattora teoricamente tra i più competitivi, pochi si sentono pronti ad affrontare il mercato dell’energia senza protezioni tariffarie. Le prossime aste italiane per i contratti per differenza, che garantiscono un prezzo fisso per 20 anni, sono finalmente state impostate in modo più realistico (domanda inferiore all’offerta), ma si temono offerte aggressive. Nel frattempo, troppi impianti continuano a concentrarsi nel Sud Italia, in zone ormai sature. Terna è spesso costretta, nei fine settimana di primavera ed estate, a tagliare la produzione per stabilizzare la rete. Una possibile via d’uscita è affiancare agli impianti fotovoltaici sistemi di accumulo, batterie in grado di immagazzinare l’eccesso e restituirlo quando il sole non c’è. Terna lo farà con nuove gare per l’installazione di mega batterie. Anche i privati potrebbero investire in questa direzione. Ma significherebbe assumersi il rischio su prezzi e quantità: una prospettiva ben diversa dalla bonanza degli anni passati.
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