La crisi della Cam di Grumello, dopo il “no” agli incentivi all’esodo la protesta dei lavoratori davanti ai cancelli

23 dic 2025

I due siti produttivi coinvolti sono quelli di Grumello del Monte e Telgate
Grumello del Monte (Bergamo), 23 dicembre 2025 – Ampia partecipazione di lavoratrici e lavoratori ieri mattina allo sciopero e al presidio davanti ai cancelli della ditta Cam, a Telgate e Grumello del Monte. I lavoratori dell’azienda, storica realtà dei prodotti per l’infanzia, si sono mobilitati contro la decisione della proprietà di dismettere la produzione: una scelta che rischia di mettere fine a un’esperienza industriale radicata nel territorio. Fuori dallo stabilimento di Grumello del Monte, il clima era segnato da forte preoccupazione e amarezza: l’azienda ha infatti dichiarato 57 esuberi e, secondo quanto riferito dalle organizzazioni sindacali, non sembrerebbe intenzionata a rivedere la propria posizione.

Una prospettiva che fa temere di essere arrivati al capolinea di una vertenza sempre più complessa. “Abbiamo cercato un confronto per garantire uscite dignitose ai lavoratori, avanzando richieste su ammortizzatori sociali e su una possibile ristrutturazione dell’attività produttiva, ma le nostre proposte sono rimaste inascoltate” hanno spiegato Vincenzo Zammito, Manuel Carrara e Tsegereda Weldegebral, che per Fim, Fiom e Uilm stanno seguendo la vertenza.

Il nodo principale resta quello degli esuberi, che i sindacati chiedono di gestire con il massimo delle tutele possibili. “Stiamo affrontando questo passaggio cercando soluzioni che permettano alle famiglie colpite di avere sostegni economici adeguati” sottolineano i rappresentanti sindacali. Ma le incertezze non riguardano solo chi perderà il lavoro: anche il futuro di chi resterà in azienda appare nebuloso. Questo perché Cam non avrebbe chiarito le prospettive industriali, limitandosi a ipotizzare una delocalizzazione fuori dall’Italia e un ridimensionamento dell’attività a semplice struttura di import-export, senza un vero progetto di sviluppo”.
Lo spiraglio apertoNei prossimi giorni, le delegazioni sindacali tenteranno di riaprire il dialogo con la proprietà, per individuare soluzioni più eque per i lavoratori, mentre non viene esclusa l’ipotesi di nuove iniziative.
Il Giorno



