In luce l'auto europea dopo l'accordo Usa-Ue sui dazi. A Milano acquisti su Stellantis

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - In evidenza il comparto auto europeo dopo l’accordo sui dazi firmato ieri tra Usa e Ue. L’intesa prevede tariffe del 15% sui beni europei, comprese le auto, con l’intero settore dell’automotive che può tirare un sospiro di sollievo. Nel dettaglio, i dazi scendono da oltre il 25% attuale al 15%, favorendo soprattutto Italia e Germania. L’industria del nostro Paese, infatti, esporta negli Usa per 4 miliardi di euro e 75mila auto all’anno, mentre per la componentistica l’export è di circa 1,2 miliardi. Così, a Milano si mette in evidenza Stellantis , che fa bene anche a Parigi. Restando in Francia, in luce anche Michelin, più cauta Renault, mentre a Francoforte vanno bene Mercedes e Porsche.
La notizia, secondo gli analisti di Equita, «non rappresenta una sorpresa assoluta», dal momento che «il 15% è stato recentemente concordato per l'import di auto dal Giappone e il giorno dell'annuncio i titoli del settore auto erano già rimbalzati high single-digit, inducendo a pensare che fosse quello il livello da applicare anche alle altre aree geografiche». Gli esperti sottolineano che «sebbene dazi al 15% siano penalizzanti per il settore, uno scenario definitivo è comunque positivo perché elimina l'incertezza che ha dominato negli ultimi mesi». Di rilievo ancora maggiore, secondo gli esperti di Equita e di Intermonte, saranno le decisioni tariffarie statunitensi verso Messico e Canada, al momento al 25%. Se anche in questi casi i dazi venissero fissati al 15% a beneficiarne maggiormente sarebbe Stellantis, in quanto l’impatto negativo di 1-1,5 miliardi a livello di Ebit adjusted stimato dalla società per il 2025 potrebbe «ridursi di almeno un terzo», scrive Equita. Attualmente gli esperti delle due Sim concordano che a beneficiare maggiormente dall’attuale situazione sono i componentisti esposti ai produttori di auto tedesche come per esempio Brembo (+1,4%).
A livello settoriale continueranno comunque a pesare i dazi su acciaio e alluminio al 50%, «imponendo modifiche alla supply chain per molti car-maker e aumenti dei costi di produzione», sottolinea Equita.
ilsole24ore