Il Regno Unito accantona lo sviluppo della tassonomia green e “rivede le priorità”


Il governo britannico ha annunciato di non voler proseguire con lo sviluppo e l’implementazione della tassonomia green nel Regno Unito. Secondo il Ministero delle Finanze, HM Treasury, il sistema di classificazione pensato per identificare le attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale e climatico è stato considerato una priorità secondaria rispetto ad altre “aree del quadro normativo”.
L’iniziativa era stata lanciata nel 2020 dall’allora Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, con l’obiettivo di definire un riferimento comune per le attività sostenibili sotto il profilo ambientale, e di favorire una maggiore consapevolezza sull’impatto ambientale delle attività economiche e degli investimenti, a supporto della transizione verso un’economia sostenibile.
Nel comunicato ufficiale, HM Treasury ha chiarito che la decisione di non portare avanti la tassonomia è stata presa a seguito di una consultazione pubblica, dalla quale è emerso che meno della metà dei partecipanti ne ha riconosciuto un valore aggiunto. In particolare, solo il 45% ha espresso un’opinione positiva nei confronti del nuovo sistema, mentre il restante 55% ha manifestato posizioni miste o negative. Tra le principali criticità evidenziate, vi sono i dubbi legati all’effettiva applicabilità della tassonomia nel contesto operativo reale.
A seguito di questa valutazione, circa un terzo dei soggetti consultati ha suggerito di concentrare l’attenzione su altre priorità, ritenute più efficaci per guidare la transizione sostenibile. Tra queste figurano lo UK Sustainability Disclosure Standard (UK SRS), i piani di transizione, le roadmap settoriali, oltre a ulteriori misure a supporto dell’economia reale e degli incentivi economici. Tali strumenti sono stati considerati più rilevanti per indirizzare efficacemente gli investimenti verso soluzioni sostenibili e contrastare il greenwashing.
La decisione del governo britannico si pone in controtendenza rispetto ad altri Paesi che stanno invece rafforzando o sviluppando sistemi di tassonomia per la finanza sostenibile, come Australia, Unione Europea, Singapore, Hong Kong, Canada e India. L’Unione Europea, in particolare, ha avviato un processo di semplificazione della propria tassonomia, nel tentativo di renderla più accessibile per le imprese, sebbene non manchino controversie sulla validità e l’efficacia dei criteri adottati.
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