Un ministro artificiale? L'Albania nomina "Diella", un'intelligenza artificiale, a capo di un ministero

E se, di fronte alle crisi politiche, affidassimo le chiavi del potere... a una macchina? Questa è l'idea, un po' folle ma molto concreta, appena sperimentata in Albania. Tirana ha annunciato la nomina di un nuovo membro del governo: Diella , un'intelligenza artificiale responsabile degli appalti pubblici. Una prima mondiale.
Diella, che in albanese significa "sole", ha la forma di un avatar femminile generato al computer. Parla, risponde alle domande ed è stata progettata con un obiettivo chiaro: vincere gli appalti pubblici. Un'intelligenza artificiale, afferma il governo, non si lascerà corrompere da una valigia piena di soldi... Potrebbe persino "reclutare talenti da tutto il mondo".
Resta da vedere quale sarà il suo vero potere. Riuscirà a interagire con i suoi colleghi e cittadini? Le sue decisioni avranno lo stesso valore di quelle di un ministro umano? Per ora, l'incertezza rimane.
Perché Diella non è spuntata dal nulla. Da gennaio, lavorava già come assistente virtuale, aiutando gli albanesi a compilare moduli amministrativi online. Ora, da un giorno all'altro, è passata da sportello digitale... a ministro. Una promozione fulminea, ma che solleva interrogativi concreti.
Sulla carta, l'idea sembra allettante: decisioni razionali e oggettive che non cambiano idea da un giorno all'altro. Ma l'intelligenza artificiale non è mai neutrale. È programmata dagli esseri umani, addestrata su dati inevitabilmente distorti. Il rischio, avvertono alcuni esperti, non è quello di eliminare la corruzione, ma di renderla invisibile dietro una "scatola nera".
L'Albania non è l'unica a sperimentare con l'idea di politici artificiali. Nel Regno Unito, un candidato virtuale soprannominato "AI Steve" si è presentato alle elezioni parlamentari dell'anno scorso. Dietro il suo avatar un po' congelato, un uomo d'affari britannico avrebbe dovuto essere eletto. Risultato: solo 179 voti.
In Giappone, nel 2018, un'IA si è addirittura candidata a sindaco di Tama, vicino a Tokyo, con lo slogan di una politica "imparziale e obiettiva". Non è riuscita... ma ha comunque ottenuto il 9% dei voti.
L'idea può sembrare inverosimile... ma uno studio europeo citato di recente dalla stampa ha rivelato che un quarto dei francesi si dichiara pronto a lasciare che siano gli algoritmi a governare al posto dei rappresentanti eletti. Questa percentuale sale al 30% in Germania e al 43% nei Paesi Bassi. Si tratta di un autentico desiderio di una governance artificiale... o semplicemente di una sensazione di stufo delle promesse non mantenute dai politici?
Una cosa è certa: con Diella, l'Albania ha appena aperto un dibattito globale. Macchine politiche razionali e incorruttibili... o chimera democratica? L'esperimento è appena iniziato.
RMC