Grand Est. Il CESER mette in guardia dai rischi finanziari a cui è esposta la Regione

In mancanza di visibilità sulla direzione di bilancio della nazione – "in attesa della legge finanziaria del 2026" – il Ceser (Consiglio economico, sociale e ambientale) ha esaminato giovedì a Metz i "punti di forza" e gli "svantaggi" della regione del Grand Est.
Questa valutazione contrastante ha sollevato numerosi interrogativi sul futuro dell'entità politica che la rappresenta. Tali interrogativi derivano principalmente dall'incertezza politica nazionale. Con il bilancio 2025 ridotto di 211 milioni di euro di finanziamenti statali, la Regione ha dovuto aumentare il proprio indebitamento per sostenere i propri investimenti. Ciò si traduce in un aumento previsto di 77,9 milioni di euro del suo prestito di pareggio. Il Consiglio Regionale Economico, Sociale e Ambientale (CESER) considera questo dato "preoccupante", ma senza esprimere allarme: "Con quasi 5,7 anni di capacità di rimborso del debito, la Regione Grand Est si colloca al terzo posto tra le regioni metropolitane".
Questa gestione rigorosa dei fondi della Regione porterà tuttavia l'esecutivo Leroy a presentare la prossima settimana, durante il dibattito di orientamento del bilancio, una decisione rettificativa n. 2 (DM2) al fine di adeguare, in spese ed entrate, di +481,4 milioni di euro, le previsioni di bilancio per l'anno 2025. Il bilancio complessivo per l'esercizio finanziario in corso ammonta quindi a oltre 4,6 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi di euro di spese operative e 2,1 miliardi di euro di investimenti.
Marie-Claude Briet-Clémont, presidente del CESER (Consiglio Regionale Economico, Sociale e Ambientale), ha accolto con favore il "mantenimento di un elevato livello di investimenti" da parte della maggioranza Leroy. L'attenzione è rivolta principalmente alla mobilità, in particolare al rinnovo del materiale rotabile TER (treno espresso regionale) e delle infrastrutture stradali. Il CESER si compiace delle linee guida per il 2026: "Il bilancio annunciato, con 1,14 miliardi di euro per le spese operative e 490 milioni di euro per gli investimenti, è coerente con i bilanci 2024 e 2025", ha aggiunto Jacques Rimeize in merito alla mobilità, sottolineando che "la quota destinata alle spese operative è in aumento rispetto agli investimenti".
Pur riconoscendo l'introduzione di un'ecotassa sui veicoli pesanti nel 2027, l'assemblea consultiva si rammarica tuttavia che gli sforzi intrapresi per consolidare il sistema non abbiano portato a una struttura di riscossione unica, al fine di limitare i costi di gestione. Si interroga inoltre sui potenziali effetti della deviazione del traffico su alcune strade dipartimentali.
In merito alla consultazione in corso per la selezione dell'operatore, il CESER (Consiglio Regionale Economico, Sociale e Ambientale) sottolinea "la necessità di un'attenta valutazione nella scelta del futuro fornitore del servizio, in un'ottica di sviluppo economico regionale e nazionale e nel rispetto delle normative vigenti". Infine, attende chiarimenti sulle misure di "compensazione" per le imprese della regione potenzialmente interessate dall'attuazione di questa ecotassa.
Presentando "20 indicatori per decifrare la regione del Grand Est", Jean-Paul Nollet ha evidenziato il terzo posto del Grand Est tra le regioni esportatrici. Ha inoltre sottolineato un altro punto di forza fondamentale: la base industriale della regione, che ha saputo mantenere nonostante le sfide affrontate. "Ad oggi, rimaniamo la terza regione più industrializzata di Francia, con 304.458 dipendenti alla fine del secondo trimestre del 2025. Ciò rappresenta il 15,25% dell'occupazione dipendente totale del Grand Est (12% a livello nazionale)". Si spera che questa realtà abbia un impatto positivo sulla situazione dei dipendenti NovAsco a Hagondange ( vedi altrove ).
Le Républicain Lorrain




