PZ-Nachgefragt a Expopharm: dalla salute delle donne alla formazione continua obbligatoria



I membri della redazione di PZ discuteranno di politica professionale, gestione della farmacia e, naturalmente, questioni farmaceutiche sui palchi di Expopharm. / © Avoxa/Expopharm/Zweilux
La cannabis terapeutica è stata legalizzata nel 2017, ma i pazienti lamentano da tempo una carenza di offerta. Da allora, i medici si sono trovati di fronte alla mancanza di prove scientifiche, all'elevato livello di sofferenza sperimentato da molti pazienti e all'acquisizione fraudolenta di prescrizioni per il consumo. Dall'aprile 2024, la cannabis è legale anche per uso ricreativo, ma non esiste ancora un accesso diffuso e regolamentato. Di conseguenza, molti utenti si rivolgono a piattaforme di telemedicina e allo shopping online. Ora la legge porrà fine a questa situazione .
Cosa sta succedendo? La comunità della cannabis ha forse esagerato? E quali conseguenze avrebbe per un medicinale di origine vegetale indubbiamente farmacologicamente attivo? Il caporedattore di PZ, Dr. Theo Dingermann, ne parla, tra gli altri, con il direttore generale dell'Associazione delle farmacie fornitrici di cannabis e un avvocato.
Un altro aspetto controverso nella politica professionale è la necessità di requisiti più severi per la formazione continua. Sebbene sulla carta esista un obbligo di formazione continua per i farmacisti, il monitoraggio di chi partecipa e con quale frequenza viene attualmente effettuato solo nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore.
A febbraio, la Società Farmaceutica Tedesca e la Fondazione per la Sicurezza dei Farmaci hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si chiede un'attuazione e un'applicazione più coerenti dei requisiti di formazione continua . Quali sono i pro e i contro? Come potrebbero implementarli gli Ordini dei Farmacisti? Dovrebbe essere richiesto un certificato di formazione continua valido per offrire determinati servizi? O i farmacisti negligenti dovrebbero addirittura essere sanzionati? La redattrice di PZ, Daniela Hüttemann, ha posto questa domanda al Presidente del BAK, il Dott. Armin Hoffmann, nonché ai rappresentanti degli Ordini, della Società Farmaceutica Tedesca (DPhG) e della Fondazione per la Sicurezza dei Farmaci.

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