Letteratura | Leonhard F. Seidl: I transfrontalieri sul territorio
Nelle sue incursioni attraverso parchi nazionali e altri spazi aperti, Leonhard F. Seidl intreccia esperienze naturalistiche, fonti storiche e incontri con animali e compagni umani. Seguendo il corso d'acqua nella valle bavarese del Tauber, il paesaggio viene rimodellato: "Attraverso la porta sotto lo Steige, scorre sugli strati compressi di fango calcareo fino alle pianure: pendii, creste, seno e viscere della valle formati da milioni di anni di vita".
Trova un modo per catturare l'essenza dei fenomeni naturali. Un lago ha "la forma di pesce". La foresta sovrastante ne oscura l'acqua "fino alle branchie". La sua osservazione precisa non lascia nulla al caso. Ad esempio, quando contempla la morte sotto forma di una carcassa di carpa, con un verme che si contorce nella sua cavità oculare sventrata. Subito dopo, il suo orecchio percepisce una nuova vita quando "l'eco del cuculo corteggiatore" risuona tra gli alberi.
I luoghi in cui l'autore incontra il martin pescatore del titolo diventano metafore dell'attraversamento dei confini. Tra questi, l'ex linea della cortina di ferro nel Parco Nazionale austro-ceco Thayatal/Podyjí e la valle del Tauber, dove convergono due fiumi. Qui, non solo gli stati nazionali, interni ed esterni, di ieri e di oggi, si dissolvono, ma quando l'uccello si gonfia per la caccia, la divisione tra natura e cultura sembra svanire. E l'osservatore è completamente sveglio.
A volte l'ambiente circostante diventa un rifugio di conforto: "L'incantevole valle Schandtaubertal, che mi abbraccia, proteggendomi da questo e dal mio mondo inquieto". Nei testi brevi, il tema della trasgressione conduce a varie forme estreme di annientamento. C'è l'estinzione buddista dell'illusione dell'ego, che mira alla trasparenza con la natura, all'"intreccio reciproco" e a una pratica di scrittura meditativa e ricettiva.
Sullo sfondo della questione se la Terra starebbe meglio senza gli esseri umani, l'annientamento di ogni forma di vita viene ripetutamente esplorato, ad esempio nell'idea masochistica di morire di fame "per non essere un ulteriore peso per la Terra". In un omaggio a "The Wall" di Marlen Haushofer, l'assenza degli esseri umani è ricondotta al tema personale della perdita del narratore. Un breve thriller porta i concetti di autoannientamento e annientamento degli altri all'estremo quando un eco-estremista pone fine alla propria vita con un numero acrobatico nel mezzo di una catastrofe alluvionale. E presumibilmente, anche a quella del ministro dell'ambiente rapito.
Seidl esplora le possibilità della scrittura naturalistica in un lungo saggio. Può servire alla protesta politica, all'impegno contro la crisi climatica o all'archiviazione di ciò che è andato perduto. A ciò si aggiunge un buddhismo zen che coltiva la consapevolezza, una sorta di nunc stans, un presente senza tempo. Seidl critica ripetutamente il Romanticismo: la sua rappresentazione della natura come autoriflessione dell'umanità, il suo sfruttamento e la sua rielaborazione attraverso significati simbolici, hanno impedito alla scrittura naturalistica di svilupparsi in Germania.
Tuttavia, Seidel trascura alcuni aspetti chiave del primo Romanticismo: Friedrich von Hardenberg, noto anche come Novalis, aprì la strada al genere nei suoi scritti filosofici, enfatizzando un concetto universale della natura in contrasto con l'idea del dominio dell'uomo sulla natura. Inoltre, il suo invito all'attenzione "con tutti i sensi" unisce natura e poesia.
Anche Bettina von Arnim ha esplorato momenti di dissoluzione dell'ego. Con la sua poetica del pioppo, sottolinea l'importanza delle piante per i processi biotici. Non da ultimo, ha denunciato le conseguenze dell'industrializzazione sull'ecosistema.
Leonhard F. Seidl ritiene inoltre che la scrittura naturalistica abbia il potenziale per cambiare il mondo attraverso il resoconto scritto delle esperienze vissute in natura. Sostiene che il genere mira a dare inizio a una "rivoluzione culturale nella natura", "affinché la società impari di nuovo a percepirsi come parte della natura, o addirittura a dissolvere questa dicotomia".
Il mercato librario, tuttavia, è dominato da noti scrittori naturalistici come il guardaboschi Peter Wohlleben, le cui descrizioni degli alberi della foresta sono forse troppo antropomorfe. La letteratura naturalistica di alta qualità è ancora per lo più prodotta da una ristretta cerchia di accademici per accademici. Anche solo per il gusto delle sue meditazioni letterarie compiute sul campo, si spera che "Il Martin Pescatore" trovi un pubblico più ampio. Il suo formato tascabile lo rende inoltre un compagno critico ideale per le proprie esplorazioni naturalistiche.
Leonhard F. Seidl: A caccia del martin pescatore. Scrittura naturalistica o scrittura dal campo. Killroy Media, 120 pp., brossura, €19.
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