Costituzionale: il termine per la festa di Mondlane non è scaduto

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Costituzionale: il termine per la festa di Mondlane non è scaduto

Costituzionale: il termine per la festa di Mondlane non è scaduto

Il Consiglio costituzionale (CC) del Mozambico ha rifiutato di prendere in considerazione il ricorso con cui il politico Venâncio Mondlane sostiene che il Ministero della Giustizia ha superato il termine per la valutazione della domanda di registrazione del suo partito, negando che tale termine sia stato effettivamente superato.

Nella sentenza della Corte Suprema del 14 luglio, consultata da Lusa, i sette giudici consultivi “si astengono dall’esaminare il ricorso per mancanza di oggetto”, in merito al caso in cui il Ministro della Giustizia, degli Affari Costituzionali e Religiosi è “appellato”.

"Oggi, 4 luglio, abbiamo presentato ricorso al Consiglio costituzionale", aveva annunciato quel giorno Venâncio Mondlane in una nota pubblicata sul suo account Facebook ufficiale, affermando che il Ministero della Giustizia non aveva preso in considerazione, "entro i termini di legge", la richiesta di registrazione del partito Alleanza nazionale per un Mozambico libero e autonomo (Anamalala).

Nel ricorso di Venâncio Mondlane si ricorda che la richiesta di costituzione del suo partito politico è stata inoltrata a quel ministero il 3 aprile, seguita dalla richiesta di "affrontare le irregolarità individuate nel processo" e che le ultime informazioni sono state fornite il 6 giugno, sostenendo che la mancanza di risposta da parte del ministero da allora implicherebbe un "rigetto tattico".

Il Ministero, nella sua memoria presentata alla Corte di Cassazione, afferma che il caso " è stato gestito correttamente ed è in una fase avanzata per una risposta definitiva, pertanto il ricorso deve essere respinto ". Per la Corte di Cassazione, la necessità di richiedere nuovi elementi implica la sospensione del termine di legge per l'emissione del parere, che è fissato a 60 giorni, il cui conteggio "riparte da capo".

"In altre parole, il conteggio inizia a partire dal 6 giugno 2025, il che significa che il Ministero della Giustizia si trova nel periodo entro il quale ha il potere di decidere il caso in appello", si legge nella sentenza, aggiungendo: "E, in virtù del principio di separazione dei poteri, questo organo non può usurpare i poteri di un altro organo del potere statale, finché non emette una decisione, dalla quale potrebbe eventualmente emergere il diritto di appello presumibilmente esercitato qui".

In una lettera del ministero, firmata dal ministro Mateus Saíze, datata 28 maggio e precedentemente riportata da Lusa, si afferma che il termine “Anamalala”, acronimo proposto per l’Alleanza nazionale per un Mozambico libero e autonomo, deriva dalla lingua macua, parlata a Nampula, nel nord del paese, “e pertanto porta già con sé un significato linguistico per la comunicazione di coloro che si esprimono in essa”.

Il Ministero ha quindi concesso un termine di 30 giorni per modificare l'acronimo, a partire dalla pubblicazione del documento da parte dell'istituzione giudiziaria mozambicana.

Anamalala significa “finirà” o “ è finita ”, espressione utilizzata da Venâncio Mondlane durante la campagna per le elezioni generali del 9 ottobre 2024 e divenuta popolare durante le proteste da lui convocate nei mesi successivi, quando non riconobbe i risultati del voto.

Nella sentenza si aggiunge che lo statuto del partito che Venâncio Mondlane intende creare "non rientra nel concetto di principi né è allineato" con la Costituzione della Repubblica o con la Legge sui partiti politici, chiedendone anche la correzione.

Il ministro della Giustizia ha incontrato il 9 giugno a Maputo una delegazione dell'ex candidato alla presidenza per valutare il processo di legalizzazione della forza politica.

Il Mozambico sta vivendo un clima di forte malcontento sociale dopo le elezioni di ottobre, con manifestazioni e scioperi indetti da Mondlane, che respinge i risultati elettorali che hanno dato la vittoria a Daniel Chapo, sostenuto dal partito al governo Frelimo.

Secondo le organizzazioni non governative che monitorano il processo elettorale, circa 400 persone hanno perso la vita negli scontri con la polizia, cessati dopo un incontro tra Mondlane e Chapo il 23 marzo e ripresi il 20 maggio, nell'ottica di pacificare il Paese.

observador

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