Morte a Bragança: il sindacato afferma che la conclusione dell'IGAS non è sorprendente

"Le conclusioni dell'IGAS [Ispettorato generale delle attività sanitarie] riguardo a questo caso di Bragança non sono sorprendenti", ha affermato STEPH in una nota, aggiungendo che "l'INEM non ha implementato alcun miglioramento strutturale, nonostante fosse stato ampiamente suggerito" da questo sindacato.
Nelle conclusioni ottenute oggi da Lusa, l'IGAS (Istituto Nazionale di Medicina d'Urgenza) afferma che il paziente di 86 anni, deceduto per infarto miocardico il 31 ottobre 2024 a Bragança, durante lo sciopero dei tecnici del pronto soccorso pre-ospedaliero, aveva scarse probabilità di sopravvivenza. Il Servizio Medico d'Emergenza Nazionale (INEM) ha impiegato un'ora e 20 minuti per arrivare e, secondo l'IGAS, l'uomo avrebbe potuto sopravvivere se i soccorsi fossero stati prestati immediatamente, ma non ha attribuito la colpa agli operatori.
Per STEPH, "ritardi come questi si verificavano già prima dello sciopero, hanno continuato a verificarsi dopo lo sciopero e continuano a verificarsi ancora oggi", si legge nella dichiarazione.
Questo sindacato ha programmato una riunione per oggi, alle 15:30, presso la sede del Ministero della Salute, a Lisbona e, nella stessa dichiarazione, STEPH ha indicato che, durante la riunione, chiederà "l'attuazione immediata di misure strutturali, pena la continua perdita di vite umane che potrebbero essere salvate".
Secondo le conclusioni pubblicate oggi, l'IGAS afferma che "non è possibile formulare giudizi di colpevolezza sulla condotta degli operatori del CODU [Centro Operativo Pazienti d'Urgenza], dato il volume di chiamate in attesa, inoltrate dalla linea 112".
Oltre a questa indagine, l'IGAS ne ha concluse altre due: una riguardante un utente di 74 anni, deceduto il 4 novembre nel comune di Almada, e un'altra riguardante un altro utente di 93 anni, deceduto il 2 novembre nel comune di Tondela.
Nel caso di Almada, l'IGAS ha concluso che, nonostante il ritardo nella risposta alle chiamate da parte del CODU, nonché la mancanza di ambulanze disponibili da parte dei vigili del fuoco volontari di Almada e Cacilhas, "non esiste alcun nesso causale tra il ritardo nella risposta e la morte del paziente", poiché, "data la lesione cerebrale irreversibile, il paziente non era salvabile".
Nel caso di Tondela, l'IGAS ha concluso che, nonostante il ritardo tra la risposta del CODU alle chiamate e l'attivazione dei servizi di emergenza, "non esiste alcun nesso causale" tra il ritardo dell'INEM e il decesso del paziente, poiché "sarebbe molto improbabile che una manovra più tempestiva avrebbe qualche possibilità di successo, data la storia di significativa patologia cardiovascolare del paziente".
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