Indiscrezioni parlamentari. Donald Tusk sarà furioso per il KPO?

Lo scandalo che circonda l'assegnazione dei fondi KPO alle aziende del turismo e della ristorazione si sta intensificando. Inizialmente, l'opinione pubblica era indignata per le finalità per cui erano stati stanziati i fondi – yacht, macchine da caffè e mobili, tra le altre cose. Ora è emerso che un anno fa, il commercio di aziende che soddisfacevano i criteri per il sussidio era in forte espansione. "È una vergogna, per usare un eufemismo", afferma un politico legato alla Coalizione Civica (KO).

Il nostro interlocutore ritiene che la questione del KPO debba essere affrontata in modo rapido e deciso. "Recuperare qualche stipendio, licenziare Katarzyna Pełczyńska-Nałęcz, Ministra dei Fondi e della Politica Regionale, perché non è in grado di gestire adeguatamente il KPO, e porre fine alla questione."

"Ma tutto questo deve essere fatto entro la fine della prossima settimana, e poi la bomba sarà disinnescata. Se ciò non accade, quando la gente inizierà a tornare dalle vacanze e a porsi domande, il problema si aggraverà", sostiene il politico legato alla Coalizione Civica.

"Donald sta prendendo sul serio la questione della spesa del Piano Nazionale di Ripresa , non la sta prendendo alla leggera", ci assicura un politico del governo. Ritiene che la questione potrebbe danneggiare significativamente il governo, poiché le spese descritte per uno yacht, un solarium e così via sono facili da calcolare per l'elettore medio.

– Se gli scandali coinvolgono milioni di zloty, paradossalmente, colpiscono meno le persone rispetto a quelli in cui è evidente che qualcuno ha acquistato un articolo specifico, anche gli elettori vorrebbero averlo, ma una tale spesa è al di fuori della loro portata finanziaria – afferma il nostro interlocutore.

A suo avviso, non c'è motivo di aspettarsi che gli imprenditori che hanno ricevuto finanziamenti per attrezzature controverse li restituiscano. "Le domande sono state compilate correttamente e i soldi sono stati spesi", afferma.