Eduardo Mendoza: momento giusto, posto giusto

"I suoi libri si distinguono per il loro senso dell'umorismo e per la loro visione disinvolta e umanistica della vita", si legge nel verbale della cerimonia di premiazione tenutasi ieri. Eduardo Mendoza è, infatti, un creatore bonario, la cui opera non evita le tragedie dell'esistenza, ma riesce a bilanciarle con una buona dose di spensieratezza. Una storia di successo letterario che è modesta e pratica l'autoironia britannica. Non è solo un grande romanziere: è anche uno scrittore molto apprezzato.
Ci sono personaggi letterari che provano simpatia per i loro lettori, per i librai, per i bibliotecari, per la stampa, per quello che viene definito l'ecosistema del libro, e altri dai quali si intuisce che è meglio mantenere una certa distanza. Fin dalle sue origini, Mendoza appartiene al primo gruppo. In una professione in cui abbonda l'amarezza, è quasi impossibile trovare qualcuno che parli male di lui. Nemmeno il suo successo suscita invidia: tutti danno per scontato che se lo meriti; E perfino i critici più elitari e severi sono disposti a celebrare le sue opere più vendute, circostanza che andrebbe a discapito di molti colleghi.
C'è un altro elemento che vale la pena sottolineare. Mendoza si è trovata più volte, senza che lui lo potesse prevedere, nel momento e nel luogo giusti sulla mappa culturale per catturare e incarnare il clima del tempo. Il suo romanzo La verità sul caso Savolta apparve il 23 aprile 1975, Giornata mondiale del libro dell'anno in cui morì Franco. Nessuna data potrebbe essere più simbolica per il titolo che, per il suo carattere innovativo e il suo dinamismo, sarebbe stato identificato come il punto di partenza della nuova narrazione spagnola della democrazia.
Il suo grande romanzo su Barcellona , La città delle meraviglie, fu pubblicato nel 1986, cinque mesi prima che Samaranch proclamasse Barcellona sede delle Olimpiadi del 1992 a Losanna. Né si può immaginare un'opera più rappresentativa della rivolta civica che stava per scatenarsi.
Leggi ancheTroviamo in Mendoza una scrittura originale e libera. E non è forse estremamente simbolico anche il conferimento del Premio Principessa delle Asturie quest'anno, che segna il cinquantesimo anniversario di una data che ha aperto la strada alle libertà?
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