L’ambasciata russa in Italia contro Abodi: “Dal ministro due pesi e due misure”

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L’ambasciata russa in Italia contro Abodi: “Dal ministro due pesi e due misure”

L’ambasciata russa in Italia contro Abodi: “Dal ministro due pesi e due misure”

Ancora un attacco delle governo russo alle istituzioni italiane. "Sarebbe auspicabile che le autorità italiane si astenessero dal formulare, per bocca dei propri funzionari sportivi, cui è delegata la preparazione delle Olimpiadi, dichiarazioni che alterano il senso e il significato del compito loro affidato": scrive sul suo account Facebook l'ambasciata russa in Italia, riferendosi alle parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi, al meeting di Rimini.

Il ministro, scrive l'ambasciata, dopo aver espresso parere contrario all'esclusione di atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali, ha affermato che "l'esclusione della Russia, al contrario, è giustificata, in quanto le azioni della Russia hanno carattere ben più "cruento". È un esempio emblematico - si afferma - dei "due pesi, due misure" dei rappresentanti dell'establishment occidentale!".

Abodi - si legge - "rispondendo alla domanda di un giornalista sull'opportunità di escludere gli atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali, così da esercitare pressione sul governo di Israele (in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza), ha dichiarato che tale decisione sarebbe un passo indietro rispetto alla funzione principale dello sport, che deve unire e non dividere. Una constatazione del genere non si potrebbe che accogliere con favore".

"Purtroppo - prosegue il post - il ministro italiano, come recita un fraseologismo russo, 'ha iniziato alla grande, finendo miseramente'. Il DottorAbodi ha contraddetto se stesso, aggiungendo che l'esclusione della Russia dalle competizioni sportive internazionali, al contrario, è giustificata, in quanto le azioni della Russia hanno carattere ben più cruento. È un esempio emblematico dei 'due pesi, due misure' dei rappresentanti dell'establishment occidentale!".

"Sarebbe interessante sapere - conclude l'ambasciata russa - quale criterio venga applicato in Italia per determinare quanto sia cruento uno o l'altro conflitto. Purtroppo, infatti, il numero dei conflitti continua a crescere. Vorremmo chiedere, inoltre, come in Italia vengano valutati i dati ufficiali secondo cui, da quando il regime di Kiev ha iniziato la cosiddetta "Operazione antiterroristica" - in realtà, una guerra contro la propria popolazione russofona del Donbass - dal 2014 al 2022, a causa delle sue azioni, sono morti 14.000 civili ucraini e oltre 500 bambini sono stati uccisi o mutilati. Nessuno in Occidente ha mosso un dito per costringere il regime di Kiev a porre fine a questo spargimento di sangue. Per non parlare di un'esclusione degli atleti ucraini dalle competizioni sportive internazionali. Al contrario, si è improvvisamente iniziato a esercitare la massima pressione sulla Russia, la quale, invece, si è schierata in difesa della popolazione civile del Donbass per porre fine al massacro e alla guerra".

La Repubblica

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