Caso Federica Picchi, l’ira di Fratelli d’Italia: Donzelli accusa gli alleati di slealtà

Milano – L’ira di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, e il suo tentativo di dirottare sugli alleati la responsabilità di quanto accaduto martedì in Consiglio regionale. La replica al veleno di Massimiliano Romeo, segretario della Lega Lombarda e senatore del Carroccio, che invita a fare di conto ed evidenzia l’inesperienza di chi (gli stessi meloniani) “aspira a dettare le regole in Regione”. Quella più ironica di Alessandro Sorte, coordinatore lombardo di Forza Italia, che invece si dice stupito dal peso attribuito al suo partito.
Possibile, poi, un prossimo incontro tra il governatore Attilio Fontana e i capigruppo di maggioranza per approfondire quanto accaduto in Aula. La sottosegretaria Federica Picchi, invece, pare destinata a restare al suo posto, almeno per ora. Fontana, infatti, è intenzionato a vederci chiaro su quanto successo martedì, ma ha sempre fatto sapere di non voler rimettere mano alla Giunta. Lo scenario potrebbe cambiare nel caso in cui fosse Fratelli d’Italia a chiederne la sostituzione, meglio se in avvicendamento uno a uno come avvenuto tra Barbara Mazzali e Debora Massari.
Una richiesta, questa, che potrebbe essere avanzata se si decidesse di ascoltare la fronda anti-Picchi presente nel partito, fronda numericamente significativa per motivi diversi, ma che dal punto di vista comunicativo finirebbe col darla vinta al Pd, che potrebbe rivendicare di aver fatto cacciare la stessa sottosegretaria. Il primo pericolo per la Picchi è, allora, di nuovo Forza Italia: il suo posto traballerà se il chiarimento interno alla coalizione dovesse concludersi con la scelta di accontentare le richieste di una maggiore rappresentanza da tempo avanzate dai forzisti.
Così il “day after” del centrodestra, questo lo scenario, queste le reazioni a quanto verificatosi martedì in Aula, quando la mozione di censura presentata dal Pd contro Federica Picchi, sottosegretaria della Giunta in quota Fratelli d’Italia, è stata approvata a voto segreto grazie a 21 franchi tiratori della maggioranza nonostante i richiami all’unità scanditi nei giorni scorsi dai vertici nazionali dei meloniani nonché martedì, proprio in Aula, da Christian Garavaglia, capogruppo di FdI al Pirellone, ma anche da Mauro Piazza, sottosegretario leghista intervenuto a nome della Giunta, e da Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega. Alla base della mozione le storie pubblicate dalla Picchi su Instagram, nelle quali si rilanciava la tesi di un legame tra vaccino contro l’epatite B e aumento dei casi di autismo.
“Io mi adopero sempre per gettare acqua sul fuoco e ricucire. Ma in questo caso non posso sminuire. È un fatto grave, reale – ammette Donzelli –. Siccome noi abbiamo motivo, ho personalmente verificato, di credere che non sia mancato nemmeno un voto di quelli di Fratelli d’Italia, è evidente che gli alleati hanno detto una cosa e poi ne hanno fatta un’altra. Siccome Fratelli d’Italia non ha mai fatto mancare né lealtà né generosità, bisogna capire cosa pensano gli alleati e se hanno intenzione di utilizzare la stessa lealtà che abbiamo utilizzato noi nei loro confronti in ogni occasione. C’è un tema aperto – sottolinea Donzelli –, anche perché è difficile pensare che di quello che accade in Lombardia non si siano accorti i vertici di Forza Italia e Lega, che sia successo senza nessun legame con quelli che hanno ruoli importanti in Forza Italia e Lega. I numeri parlano chiaro, siamo certi che non manca un solo voto a Fratelli d’Italia. Si tratta di un tema di lealtà, se uno ha un problema politico lo dice chiaramente: abbiamo un problema politico con Fratelli d’Italia in Lombardia perché non vogliamo sia maggioranza. Ma a quel punto non ci sarebbe la maggioranza. Picchi resterà al suo posto? Penso di sì, per me deve andare avanti, il tema non è Federica Picchi, il tema è capire se c’è lealtà reciproca o no”.
Stando alla semplice matematica d’Aula, però, sembra potersi escludere che tra i 21 franchi tiratori non ci sia alcun consigliere di FdI. Secondo quanto trapela dal Pirellone, ce ne sarebbero stati almeno 8. E almeno 5 in Forza Italia. Oltre ai 3 della Lega. Carlo Maccari, coordinatore lombardo di FdI, condivide la linea di Donzelli: “Il rischio è quello di aver creato un precedente grave e pericoloso. È mancata la solidarietà di coalizione. Anche ipotizzando che qualche singolo consigliere di Fratelli d’Italia abbia votato diversamente dall’indicazione data, cosa che a me non risulta, la mozione non sarebbe comunque potuta passare se ci fosse stata solidarietà tra alleati”. Quanto al futuro della Picchi, Maccari risponde: “Per noi deve restare, ma dovremo parlarne col governatore Fontana”.
La replica di Romeo: “Sappiamo benissimo tutti come sono andate le cose anche perché la matematica non è un’opinione. C’è solo da prendere atto di una certa inesperienza che poco si addice a chi aspira a dettare le regole in Regione Lombardia”. “Non accetto che si allunghino ombre sulla lealtà della Lega – ribatte Corbetta –: noi avevamo chiesto che la mozione fosse riconosciuta per quella che era: una mozione di censura. E quindi che si escludesse la possibilità del voto segreto. Altri hanno scelto diversamente, non noi. Non avevamo alcun interesse a mettere in difficoltà il presidente Fontana”.
Infine Sorte: “Chi accusa Forza Italia ci dà una centralità ancora più forte di quella che abbiamo, anche se siamo cresciuti tanto al Pirellone. Non pongo confini alla nostra espansione ma accusarci di aver spostato una ventina di consiglieri va ben oltre le mie più rosee ambizioni. Noi siamo sempre stati leali, anche martedì. Invito tutti ad abbassare i toni. Ci proponiamo di essere la forza di mediazione e sintesi tra FdI e Lega in vista di un finale di legislatura che si annuncia frizzante”. E il gruppo consiliare forzista: “Prima di attribuire colpe ad altri, sarebbe opportuno guardare in casa propria”.
Il Giorno



