Serrara vive la storia: dopo 400 anni la chiesa è finalmente dedicata alla Madonna del Carmelo

Lucia Mattera, Serrara Notizie | Foto di Emmanuel Guzzo photography | Lunedì 7 luglio 2025, la comunità di Serrara ha vissuto un momento che resterà inciso nella memoria collettiva come una pietra miliare di fede e appartenenza: la sua chiesa parrocchiale è stata finalmente e ufficialmente dedicata alla Madonna del Carmelo.

Un gesto atteso da quasi quattro secoli, da quando – nel cuore del Seicento – i frati Carmelitani guidati da Padre Simone De Bernardis, su invito del Vescovo Fabio Polverino, scelsero questo angolo alto e silenzioso dell’isola per edificare un tempio mariano, un rifugio spirituale sospeso tra cielo e mare.Sì, perché spiritualmente quella chiesa è sempre appartenuta alla Madonna del Carmelo. Ma canonicamente mancava ancora un elemento tutt’altro che formale: il rito solenne della dedicazione, previsto dal Codice di Diritto Canonico, che ne sancisce la consacrazione definitiva. Un atto liturgico complesso, spesso rimandato nei secoli, soprattutto nelle piccole comunità periferiche, dove la fede era viva ben oltre ogni protocollo.
Ma la fede popolare non aspetta firme per riconoscere ciò che è sacro. La gente di Serrara, da generazioni, ha pregato, sperato, pianto e gioito sotto lo sguardo materno della Madonna del Carmelo, tra quelle mura che sono insieme cuore, casa e storia di un popolo. L’ha fatto seguendo pastori buoni, come Don Angelo Iacono, il compianto parroco che per anni ha custodito questo desiderio nel cuore. E che ora, da lassù, sorride nel vedere quel sogno diventato realtà.







La celebrazione, profonda e intrisa del linguaggio solenne della liturgia antica, è stata presieduta dal Vescovo Mons. Carlo Villano proprio all’inizio del novenario dedicato alla Vergine, in vista della festa del 16 luglio. Una scelta simbolica e potente. A fare gli onori di casa, i sacerdoti Don Franco Mattera, Don Richard e Don Antonio Mazzella, quest’ultimo visibilmente commosso e ispirato, ha concluso la celebrazione con parole che hanno risuonato forti nei cuori: «Non è solo una cerimonia, è un Atto di Fede. Come scriveva Saint-Exupéry: se vuoi costruire una nave, non chiamare subito gli uomini a raccogliere la legna, ma risveglia in loro la nostalgia del mare. Così è per la nostra comunità: questa dedicazione è la nave, ma ciò che conta davvero è il desiderio profondo di Dio che ci muove.»
Un richiamo intenso alla responsabilità di una comunità, che ha trovato eco anche nelle parole del Vescovo Villano, quando – durante l’omelia – ha ricordato con forza che «Santo è il Tempio di Dio, che siete voi». Perché, se ogni pietra della chiesa ha un’anima, quell’anima siamo noi, popolo in cammino, custodi non di cenere, ma di una fiamma viva, da alimentare ogni giorno con la preghiera, la carità, la memoria.
E così, in una sera che resterà incisa nelle pietre e nei cuori, la comunità si è riscoperta “pietra viva”, parte attiva di una storia che non si limita a guardare al passato, ma guarda avanti, con speranza. Il profumo del sacro Crisma, che ha impregnato l’aria durante l’unzione dell’altare e delle dodici croci, è diventato segno concreto di un’identità che si rinnova, di un “sì” collettivo al Vangelo.
Don Antonio lo ha espresso con parole che toccano l’anima: «Quest’atto di fede ha risvegliato l’impegno preso al Battesimo… non adoratori di ceneri ma custodi di una fiamma che alimenti la nostra Fede, non immobili nostalgici del passato ma uomini grati per la memoria.»
Non sono mancati, alla fine della celebrazione, i ringraziamenti sentiti della Sindaca Irene Iacono, che a nome dell’intera cittadinanza ha espresso gratitudine alla Diocesi Isclana, ai sacerdoti e alla comunità tutta, sottolineando la bellezza di un popolo che si stringe attorno ai propri simboli, che costruisce ponti di pace e si assume la responsabilità di far crescere la propria parrocchia, il proprio paese, la propria fede.
Proprio l’Amministrazione Comunale ha donato una targa marmorea che ricorderà per sempre questo momento sacro. Anche il popolo ha voluto lasciare un segno indelebile: il dono delle dodici croci, simbolo della dedicazione che sono state apposte lungo le navate, a testimonianza viva del legame tra l’uomo e il tempio di Dio.
La storia della chiesa di Serrara – eretta a parrocchia nel 1641 per volere del Vescovo Tontoli – si arricchisce oggi di un capitolo nuovo, forse il più luminoso. Perché, se è vero che questo momento non potrà più essere rivissuto, è altrettanto vero che da oggi in poi si vivranno le sue conseguenze: una comunità più consapevole, più unita, più piena di Spirito.In un tempo che corre veloce, ci siamo fermati. Abbiamo guardato indietro con gratitudine e avanti con coraggio. E abbiamo scritto, insieme, una pagina di Vangelo vissuto.
Il Dispari