Sempre più edicole chiuse, la proposta di Innocenti: «Diventino punti di informazione turistica»

Secondo un rapporto di Unioncamere, in Italia negli ultimi quattro anni hanno chiuso 2.700 edicole. Una crisi questa che non risparmia del resto la città di Padova. Da qui una proposta sul tema da parte di Lorenzo Innocenti, ex candidato sindaco, oggi vicesegretario di Forza Italia.
Afferma Lorenzo Innocenti: «Il problema è molto complesso, perché come spesso succede rispetto a questi mestieri “antichi”, a incidere in maniera fondamentale sono i cambiamenti sociali avvenuti repentinamente nell’ultimo decennio circa. Difficile e poco sensato cercare di invertire la transizione al digitale, con un numero sempre maggiore di abbonamenti elettronici ai quotidiani. Così come è complesso accompagnare le generazioni più giovani alla lettura dei giornali, con un numero sempre maggiore di giovani che di fatto non leggono i quotidiani in alcuna forma, utilizzando le reti sociali e internet per ottenere informazioni, quando le cercano. Certo è che le edicole rappresentano più di un retaggio nostalgico a cui essere affezionati: sono presidi culturali, sociali e di sicurezza per i quartieri e, come quasi sempre capita alle botteghe locali, dove vengono a mancare lasciano un vuoto molto maggiore del semplice dato commerciale. Non a caso, a Cittadella, il Comune ha acquistato l’edicola di Piazza della Torre, che era rimasta chiusa per cessazione dell’attività da parte di un privato, segno di attenzione per un luogo importante non solo economicamente».
Da qui la proposta di Innocenti: «Quello che credo si possa realizzare facilmente, per tutelare quantomeno gli esercizi esistenti, è di ampliarne le funzioni e alleviarne il carico fiscale. Sotto il primo profilo, penso che le edicole, quantomeno quelle del centro, oltre a seguitare a fare il proprio lavoro potrebbero diventare dei punti di informazione turistica. Con flussi di viaggiatori in crescita da diversi anni, Padova potrebbe dimostrarsi accogliente e organizzata con una struttura così capillare di aiuto ai visitatori. A fronte del servizio gli edicolanti dovrebbero ricevere un riconoscimento congruo da parte del Comune. Ancora, si potrebbero rivedere le licenze degli stessi edicolanti e consentire loro di vendere anche altri beni, oltre a giornali e riviste. Oggi la licenza è invece particolarmente vincolante, ma una simile struttura è anacronistica e andrebbe superata. Rispetto al secondo punto, invece, si dovrebbero ascoltare i vari edicolanti e consultarne i bilanci. Per quelli maggiormente in difficoltà, specie in zone in cui l’edicola svolga un ruolo effettivo di presidio del territorio, in termini sociali e di sicurezza, si potrebbero abbassare le tasse comunali come la Tari. Certo, servirebbe qui un lavoro certosino e conoscenza precisa del territorio, dei cittadini, caso per caso, ma questo è da sempre il compito di una buona amministrazione».
Padovaoggi