Quando la diplomazia si traveste da ricatto: l’errore strategico degli ultimatum nei negoziati

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Quando la diplomazia si traveste da ricatto: l’errore strategico degli ultimatum nei negoziati

Quando la diplomazia si traveste da ricatto: l’errore strategico degli ultimatum nei negoziati

Da tempo in Europa si susseguono iniziative che, almeno a parole, sembrano orientate alla pace. Eppure qualcosa non torna. A queste dichiarazioni non seguono gesti di distensione, né un ammorbidimento dei toni, come sarebbe normale nella prassi diplomatica consolidata quando si vuole davvero avviare un processo negoziale serio e credibile.

Al contrario, ciò che vediamo sono invettive, accuse, ultimatum e minacce di nuove sanzioni contro la Russia.

Emblematico è il caso della recente dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron, che ha minacciato la Russia con un nuovo pacchetto di sanzioni “entro pochi giorni” se Mosca non accetterà un cessate il fuoco di 30 giorni.

[ FRANCE | RUSSIE ]

« Si Moscou n’accepte pas le cessez-le-feu, il y aura des sanctions supplémentaires beaucoup plus dures », a déclaré Emmanuel Macron. pic.twitter.com/NLC8I1qPMH

— (Little) Think Tank (@L_ThinkTank) May 10, 2025

Questa posizione rappresenta l’ennesimo paradosso diplomatico e un grave errore metodologico.

Pergiunta, le dichiarazioni di Macron non sono un episodio isolato, ma si inseriscono in una strategia coordinata con altri leader europei e con il presidente statunitense Donald Trump. Il 10 maggio 2025, Macron, insieme a Keir Starmer, Donald Tusk e Friedrich Merz, ha partecipato a una visita a Kiev, dove è stato lanciato un ultimatum a Vladimir Putin: accettare un cessate il fuoco incondizionato entro il 12 maggio o affrontare “massicce” sanzioni coordinate tra Europa e Stati Uniti. Questo approccio, che vede i leader europei allineati alla retorica coercitiva di Trump, sembra più orientato a esercitare pressione che a favorire un autentico dialogo. La reazione di Mosca non si è fatta attendere: l’ex presidente Dmitry Medvedev ha definito l’ultimatum una “minaccia” e lo ha liquidato come un espediente per guadagnare tempo e consentire il rifornimento delle truppe ucraine al fronte, questo in un momento ove le forze russe continuano ad avanzare. Dal punto di vista russo, un negoziato sincero non può essere subordinato a una tregua unilaterale di 30 giorni, ma dovrebbe iniziare immediatamente, senza condizioni capestro.

#Ucraina La pace chiesta dai “leader” #UE (#Macron in testa) non solo è irrealistica, poiché comporta che il vincitore – una #Russia che è stata mostrificata – ceda senza condizioni, ma è pure falsa: per loro “pace” è parola vuota. È un sotterfugio per coltivare altri interessi pic.twitter.com/9VWQLuTaOI

— Martina Pastorelli (@CathVoicesITA) May 8, 2025

Inoltre, c’è da considerare che, come già accennato, nella prassi diplomatica normale un negoziato efficace si basa su fiducia, reciprocità e disponibilità al compromesso. Chi si propone come facilitatore o promotore della pace deve mantenere una terzietà credibile o almeno una postura da interlocutore affidabile, in grado di creare uno spazio negoziale dove le parti percepiscano la possibilità di ottenere vantaggi o di salvare la faccia.

Imporre ultimatum o minacce di sanzioni mina alla radice questa funzione: non si parla più di facilitazione, ma di coercizione unilaterale. È una postura che trasforma il negoziato in una prosecuzione della pressione politica ed economica, non più in un’alternativa al conflitto.

Il paradosso si aggrava se consideriamo il contesto attuale: la Russia, sul campo, si trova in una posizione di vantaggio tattico e strategico. Pretendere che accetti un cessate il fuoco di 30 giorni sotto la minaccia di nuove sanzioni significa ignorare un principio elementare della diplomazia: chi è in posizione di forza non ha alcun incentivo a fermarsi se non riceve contropartite concrete o garanzie affidabili.

Anzi, questa mossa rischia di radicalizzare la posizione russa, confermando la percezione di una diplomazia europea schierata come parte belligerante sotto la maschera del negoziato. Così si compromette la possibilità stessa di aprire un vero dialogo futuro, perché si rompe quel minimo di fiducia necessario tra le parti.

Infine, un approccio di questo tipo espone l’Unione Europea a una perdita di credibilità internazionale come attore di pace. Se il negoziato si riduce a una serie di minacce condizionate, chiunque si siederà a un tavolo mediato da Bruxelles o Parigi lo farà consapevole di trovarsi davanti a un arbitro non neutrale, pronto a usare leve coercitive invece di strumenti di equilibrio.

La diplomazia, per essere efficace, non può limitarsi a essere una prosecuzione della guerra con altri mezzi: deve introdurre logiche e linguaggi diversi, capaci di spezzare la spirale del conflitto e non solo di prolungarla sotto altra forma.

In questo senso, le dichiarazioni di Macron rappresentano non solo una mossa inefficace, ma un errore strategico che riduce lo spazio negoziale, indebolisce l’Europa e prolunga il conflitto stesso.

Ma il paradosso non finisce qui. Come per completare l’opera, proprio il 9 maggio, mentre la Russia celebrava a Mosca l’anniversario della vittoria contro il nazismo insieme ai capi di Stato di 70 Paesi, 30 ministri degli Esteri europei si riunivano a Leopoli per avviare l’istituzione di un tribunale speciale incaricato di incriminare Putin, con l’obiettivo dichiarato di “perseguire la leadership russa per la brutale guerra di aggressione”.

Tutto questo mentre Mosca continua a chiedere – finora invano – che le cause profonde della guerra siano prese in considerazione come base di qualsiasi negoziato.

Anche in questo caso, l’approccio scelto sembra costruito appositamente per escludere ogni via diplomatica.

[ RUSSIE | EUROPE | UKRAINE ]

Le Kremlin dénonce la « rhétorique de confrontation » de l’EU, suite à l’appel des dirigeants européens à un cessez-le-feu immédiat en Ukraine. Moscou envisage des « mesures de représailles appropriées » face à ce qu’elle perçoit comme… pic.twitter.com/pDvLkQP9OG

— (Little) Think Tank (@L_ThinkTank) May 10, 2025

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