L’Ucraina lascia la Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo, sesto Paese Ue a farlo: la scelta dopo l’aggressione russa

Il decreto di Zelensky

Anche l’Ucraina si ritira dalla Convenzione di Ottawa, trattato entrato in vigore nel 1999 e ratificato da 164 Stati che vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di mine antiuomo.
Domenica 29 giugno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato il decreto che ritira Kiev dalla convenzione, in attesa del voto di approvazione del Parlamento ucraino.
Un ritiro che è chiaramente leggibile come conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina che va avanti ormai dal febbraio del 2022, ma anche ad un più generale clima di paura e pericolo dai Paesi dell’est e del nord Europa che confinano col regime di Vladimir Putin.
In pochi mesi infatti l’Ucraina è il sesto Paese a comunicare una decisione di questo tipo: provvedimenti simili a quello preso da Zelensky domenica erano arrivati da Estonia, Lettonia, Polonia, Finlandia e Lituania, tutti geograficamente vicini alla Russia, che non ha mai aderito alla Convenzione di Ottawa così come gli Stati Uniti.
L’Ucraina aveva ratificato la convenzione nel 2005 e il ministero degli Esteri ha spiegato che la decisione è stata presa proprio perché la Russia ha dimostrato di farne ampio uso nella guerra in corso dal 2022.
“È un passo che la realtà della guerra impone da tempo”, ha dichiarato su Facebook il deputato ucraino Roman Kostenko, segretario della commissione parlamentare per la difesa, aggiungendo che la Russia, non firmataria del trattato, “usa massicciamente mine contro i nostri militari e civili”. “L’Ucraina non può più combattere con le mani legate mentre il nemico semina morte senza limiti”, ha ribadito Kostenko.
Una scelta, quella di Kiev, che arriva al termine dell’ennesimo weekend di pesanti bombardamenti da parte russa. Nella notte tra sabato e domenica l’esercito del Cremlino ha lanciato quasi 500 droni e 60 missili contro varie regioni ucraine in uno degli attacchi più grossi dall’inizio del conflitto. Le difese contraeree ucraine hanno fermato 38 missili e 211 droni russi: un aereo F-16, fornito dai paesi occidentali all’aviazione ucraina, è stato abbattuto nel tentativo di intercettare l’attacco.
Ultime settimane di guerra che, mentre l’attenzione internazionale era rivolta al Medio Oriente col conflitto che ha visto coinvolti Iran, Israele e Stati Uniti, ha visto le forze militari di Mosca lanciare una serie di pesanti raid aerei sull’Ucraina provocando danni e decine di morti. D’altra parte, come ribadito anche da Vladimir Putin lo scorso 20 giugno durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, per lo Zar “l’intera Ucraina è nostra”.
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