L’AI sta uccidendo la letteratura, la rivolta degli scrittori

Oltre mille scrittori famosi hanno firmato una lettera aperta che suona come una dichiarazione di guerra all’intelligenza artificiale. Il messaggio agli editori è chiaro: o noi e le macchine. Non si può avere entrambi.
La rivolta degli autori: “Basta libri scritti dalle macchine”Lauren Groff, Lev Grossman, Dennis Lehane. Nomi che vendono milioni di copie in tutto il mondo. Autori che potrebbero starsene tranquilli nelle loro ville a godersi i diritti d’autore. Invece hanno deciso di scendere in guerra contro l’intelligenza artificiale.
La loro lettera aperta agli editori è un ultimatum senza fronzoli: o limitano l’uso dell’AI o perderanno gli autori migliori. In 24 ore dalla pubblicazione, si sono unite altre 1.100 firme. Non è più una protesta, è un movimento.
Il momento non è casuale. Mentre le aziende tech si vantano dei loro chatbot che scrivono romanzi, gli scrittori veri stanno perdendo lavoro e dignità. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Gli editori che iniziano a sostituire persino i narratori degli audiolibri con voci artificiali.
Gli autori accusano le aziende di AI di aver “rubato” il loro lavoro per addestrare i modelli: “Invece di pagarci una piccola percentuale dei soldi che il nostro lavoro genera per loro, qualcun altro verrà pagato per una tecnologia costruita sul nostro lavoro non retribuito“. È la denuncia di un sistema perverso. Le AI imparano leggendo milioni di libri senza pagare un centesimo agli autori. Poi quelle stesse AI vengono usate per sostituire gli scrittori. La frustrazione è più che comprensibile.
Le richieste degli scrittori che mettono gli editori alle stretteGli autori non si limitano a lamentarsi. Hanno stilato una lista di richieste che sanno tanto di ultimatum:
- Mai pubblicare libri creati dalle macchine. Niente romanzi scritti da ChatGPT e simili. La letteratura deve rimanere umana.
- Non sostituire il personale umano con AI. Niente licenziamenti mascherati da “innovazione tecnologica”. Gli editor, i correttori di bozze, i traduttori devono rimanere persone in carne e ossa.
- Solo narratori umani per gli audiolibri. Basta con le voci sintetiche che imitano attori famosi senza pagarli.
Per gli editori è un bel dilemma. Devono scegliere tra la fedeltà dei loro autori più venduti e l’attraente prospettiva di tagliare i costi grazie all’automazione.
La battaglia legale degli scrittoi sta andando male, ma non è ancora tutto persoNel frattempo, gli autori stanno combattendo anche in tribunale con le aziende tech per l’uso non autorizzato dei loro libri nell’addestramento dell’AI. Ma le notizie non sono buone. Questa settimana due giudici federali hanno dato ragione ad Anthropic e Meta in cause separate.
Usare libri pubblicati per addestrare l’AI non viola necessariamente il copyright, ma il giudice della causa di Meta ha fatto una precisazione importante. Ha chiarito che la sua decisione non dà carta bianca a Meta. Ha semplicemente bocciato l’approccio legale degli autori, che si sono concentrati sul “furto” dei libri invece di attaccare il vero problema: l’AI che genera opere concorrenti usando il loro lavoro come base.
Gli scrittori hanno perso questa battaglia, ma la guerra non è finita se cambiano tattica.
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