Immigrazione clandestina e falsi documenti, maxi retata con 10 arresti e 500mila euro di proventi illeciti

Si è conclusa questa mattina una vasta operazione di polizia ad “alto impatto” contro l’immigrazione clandestina e le falsificazioni documentali legate alle procedure previste dal Decreto Flussi. L’intervento, coordinato dal Servizio Centrale Operativo (SCO) della Polizia di Stato, ha visto coinvolte le squadre mobili di 24 province italiane, compresa quella di Foggia, con il supporto dei Reparti prevenzione crimine e degli Uffici Immigrazione delle Questure interessate. Le altre province interessate sono Bari, Bologna, Cagliari, Caltanissetta, Caserta,Massa Carrara, Matera, Milano, Monza Brianza, Piacenza, Prato, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Savona, Taranto, Terni, Torino, Treviso, Vercelli e Vibo Valentia.
L’operazione ha svelato una rete estesa e radicata di illegalità, con centinaia di casi sospetti legati all’introduzione nel territorio italiano di cittadini stranieri attraverso l’uso di documentazione falsa, domicili fittizi e contratti di lavoro artefatti, con lo scopo di ottenere il rilascio del nulla osta per l’ingresso in Italia.
I numeri dell’operazioneGli agenti hanno controllato 167 abitazioni e sedi aziendali, riscontrando anomalie in oltre 100 casi. Sono state verificate 1.418 persone, di cui 1317 cittadini stranieri. Ben 135 di questi sono ora sotto accertamento per irregolarità nei titoli di soggiorno.
Tra i soggetti identificati figurano anche 65 italiani e 27 stranieri, tutti datori di lavoro, deferiti all’autorità giudiziaria o attualmente sotto indagine per reati come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità documentale e sostituzione di persona.
Sono inoltre scattati 10 arresti, di cui 9 riguardano cittadini stranieri: un italiano era ricercato per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre tra gli stranieri fermati figurano soggetti destinatari di mandati internazionali per omicidio, reati di droga, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, guida in stato d’ebbrezza, violazione del divieto di reingresso e cumuli di pene.
Profitti illeciti e settori coinvoltiSecondo gli inquirenti, il costo per ogni “ingresso facilitato” si aggirava tra i 1.000 e i 5.000 euro, con un giro d’affari illecito stimato in oltre 500.000 euro. I settori più coinvolti risultano essere agricoltura, edilizia e ristorazione, dove operavano anche CAF e professionisti compiacenti, in alcuni casi inserendo domande di ingresso all’insaputa dei veri datori di lavoro, realizzando veri e propri furti d’identità.
Rotta balcanica e legami con la criminalitàSono in corso ulteriori indagini su possibili connessioni tra i soggetti denunciati e organizzazioni criminali strutturate, comprese reti internazionali che favoriscono l’arrivo dei migranti in Italia attraverso la rotta balcanica. L’operazione si inserisce nella progettualità nazionale “Squadra Mobile”, avviata dallo SCO nel 2023, già impiegata anche in altri ambiti sensibili come lo sfruttamento della manodopera, la prostituzione, il gioco illegale e la criminalità minorile.
Una rete ramificata e cinica che sfrutta la vulnerabilità dei migranti, alterando uno strumento normativo nato per rispondere ai bisogni del mercato del lavoro, e trasformandolo in un canale di lucro illecito su scala nazionale. Le indagini proseguono.
Seguici anche su Instagram – Clicca qui Ricevi gratuitamente le notizie sul tuo Messenger di Facebook. Ecco comeİmmediato