Delpero, uno sguardo d’amore al cinema

10 mag 2025

La regista di ‘Vermiglio’, reduce dal trionfo ai David di Donatello, è stata premiata l’altra sera al Bellaria Film Festival
"Il cinema è uno sguardo che cerca amore". Con queste parole, Maura Delpero ha conquistato il pubblico del Bellaria Film Festival, in una serata densa di emozioni e riflessioni. Regista raffinata, con un passato nel documentario e un presente che sa parlare alla realtà attraverso la finzione, Delpero ha ricevuto il Premio Speciale BFF43, e ha partecipato a un talk che ha illuminato la platea con la forza mite del suo pensiero. Reduce dal trionfo ai David di Donatello, dove ‘Vermiglio’ ha conquistato sette premi, tra cui quello di miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale - segnando la prima volta che una donna vince il premio per la miglior regia - Delpero ha condiviso il suo percorso con la naturalezza di chi ha qualcosa da dire e il coraggio di chi lo dice con dolce fermezza. "Vermiglio è il nome di un paese di montagna, ma anche di un colore", spiega. "È un film che parla di una comunità chiusa, di autorità, ma anche di piccoli gesti che scaldano e scardinano. Come in Maternal, mi interessava raccontare le dinamiche che nascono dentro le piccole comunità, dove qualcosa resiste e qualcosa cambia".
Il film nasce da un lungo lavoro di osservazione e immersione: "Il procedimento è stato quasi documentaristico. Due anni di lavoro sul territorio, relazioni vere, rapporti umani costruiti nei bar, tra le grappe e le chiacchiere. Volevo portare dentro al film chi ci viveva davvero, non attori calati dall’alto". E sul valore dello sguardo femminile in un mondo ancora segnato da strutture patriarcali, la sua risposta è stata netta, senza retorica: "Io non parto con ideologie. Sono una donna, nata in una società patriarcale, e porto il mio sguardo sul mondo. Ma attenzione: nessuno ha mai detto che i film fatti dagli uomini sono ‘film maschili’ E allora perché i nostri dovrebbero essere ‘film femminili’? Sono film. Punto". A Bellaria, la Delpero ha parlato anche del passaggio dalla realtà alla finzione: "Il documentario ti insegna a stare, ad ascoltare. Non lo considero una palestra, come si dice spesso: ha una dignità enorme di per sé. Ma se poi scegli di raccontare in forma narrativa, ti porti dietro quell’etica". Il pubblico ascolta, applaude, riflette. E quando lei conclude dicendo: "Io vivo spesso all’estero e per anni ho fatto fatica a consigliare film italiani che mi interessassero davvero. Ma oggi il cinema del reale italiano è vivo, respira, ha voci nuove. E questo è un bene per tutti", è chiaro che non si sta solo parlando di cinema, ma anche di una forma di resistenza gentile. Maura Delpero lascia Bellaria con una piccola Casa Rossa in mano - il simbolico premio realizzato da ragazzi con disabilità - e con un pezzo di cuore lasciato tra il pubblico. "Per me il cinema è questo: costruire legami, accogliere l’imprevisto, portare dentro la vita vera. Perché la vita, quando entra in scena, è sempre più interessante di qualsiasi sceneggiatura".
Aldo Di Tommaso
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İl Resto Del Carlino