CENTCOM e CIA intensificano la cooperazione operativa con Israele

Il generale Michael Erik Kurilla, comandante del CENTCOM dal 2022, ha intensificato missioni congiunte con Israele, partecipando a incontri strategici con i vertici delle IDF e delle agenzie di sicurezza israeliane. Questi incontri mirano a rafforzare l’interoperabilità militare e coordinare eventuali piani d’azione contro l’Iran, allineando i due paesi su strategie offensive e difensive – come confermato da fonti ufficiali CENTCOM e articoli di Ynet )
Fonti israeliane lo descrivono come un fervente sostenitore di attacchi mirati al programma nucleare iraniano, giudicando essenziale una forte cooperazione bilaterale.
Kurilla più vicino a Netanyahu che alla Casa Bianca?Kurilla è percepito come più allineato con le priorità strategiche israeliane che con le gerarchie politiche statunitensi. Ha definito l’Iran «a pochi passi» dall’ottenimento di uranio ad alto arricchimento, sostenendo che siano necessarie opzioni militari decise . In una recente audizione del 10 giugno 2025, ha confermato di aver presentato “una gamma di opzioni” al presidente Trump per operazioni contro l’Iran, confermando la preparazione di un possibile uso di «forza schiacciante» .
Analisti americani e israeliani hanno addirittura ipotizzato che Israele abbia scelto il momento dell’attacco – avvenuto tra il 13 e il 22 giugno – sapendo che Kurilla, in uscita dal comando entro luglio, avrebbe lasciato il “semaforo verde” alla stretta cooperazione ().
Nuovo chairman dello Stato Maggiore: intrecci politico‑finanziariEmergono notizie su un nuovo chairman dei capi di stato maggiore USA, ex membro di un fondo speculativo legato alla famiglia Kushner, storicamente vicina a Trump. Questo legame potrebbe rappresentare un ponte fra leadership militare, lobby pro-Israele e circoli finanziari. Sebbene la nomina non sia ancora citata da fonti ufficiali, il rumour è diffuso in ambienti vicini all’amministrazione.
Corrente favorevole a uso di armi nucleari tattichePer la prima volta nel 2025, fonti governative americane ammettono discussioni formali sull’uso di armi nucleari tattiche – in particolare bunker-buster combinati a testate nucleari – per colpire siti come Fordow. Il Cremlino, tramite Peskov, ha definito l’eventualità “catastrofica”, mentre fonti del TASS confermano l’opposizione diplomatica russa .
Nuova corsa agli armamenti nucleariSecondo il SIPRI Yearbook 2025, l’inventario nucleare globale ha superato quota 12.241 testate a gennaio 2025, con circa 9.614 operative e 2.100 in alta allerta (in prevalenza USA e Russia). Negli arsenali europei, gli USA mantengono circa 100 testate tattiche prontamente schierate. Al Jazeera ha evidenziato l’espansione delle capacità nucleari in corso .
L’“asse” militare–lobby: dinamiche e operativitàOltre al coordinamento operativo fra CENTCOM, CIA e intelligence israeliana, fonti usate in progetti umanitari offrono copertura per operazioni paramilitari nella Striscia di Gaza.Il nuovo chairman, con legami finanziari e politici, rappresenta un fulcro per garantire accesso a risorse strategiche e commesse difensive, rafforzando l’influenza del network Trump–Kushner e della lobby pro-Israele.
Perché è crucialeMilitarizzazione diplomatica: CENTCOM e CIA – con fondi e supporto politico – agiscono da forza tattica silenziosa, rendendo la cooperazione US-Israele un potenziale trampolino verso un progetto offensivo contro l’Iran.
Pressione nucleare: La strategia su siti fortificati come Fordow potrebbe richiedere testate nucleari tattiche, ridefinendo i limiti tra missioni difensive e offensive.
Influenza politica: L’intreccio tra leadership militare e istituzioni finanziarie legate al mondo pro-guerra aumenta il peso delle lobby nel processo decisionale.
Rischio escalation: L’accelerazione della corsa alle armi nucleari, soprattutto tattiche, può sfuggire al controllo politico interno, lasciando come argine solo il Congresso USA – in un contesto di crescente polarizzazione.
Scenario attualeAlla luce dell’operazione “Midnight Hammer” del 22 giugno (attacco USA su Fordow, Natanz, Isfahan con bunker-buster e Tomahawk), il successivo lancio di missili da parte iraniana su Al‑Udeid in Qatar il 23 giugno – conosciuta come “Glad Tidings of Victory” – ha segnato un’escalation che avrebbe potuto spegnersi con una tregua il 24 giugno. Tuttavia, il rischio rimane altissimo se le linee rosse diplomatiche continueranno a spostarsi verso tabù nucleari.
Rete operativa permanente tra USA e IsraeleDa una cooperazione presentata come difensiva, sta emergendo una rete operativa permanente tra militari USA e Israele, con possibili implicazioni politiche, umanitarie e strategiche. L’esistenza di correnti favorevoli all’uso di armi nucleari tattiche e l’accelerazione della corsa nucleare globale indicano che la retorica del “contenimento” nasconde scenari ben più inquietanti. La leadership statunitense si trova oggi davanti a un bivio: contenere questa spinta offensiva o rischiare un’escalation incontrollabile.
Link utilivietatoparlare