Sinner monitorato dal Gps (ma non lo ama)

Dopo il primo set vinto con l’olandese Jasper de Jong, Sinner si è tolto la maglietta per liberarsi del top nero che conteneva il Gps posizionato sulla schiena, un dispositivo che ha messo a Roma sia in allenamento che nel primo match con Mariano Navone. E’ una macchina autorizzata dall’Itf (International tennis federation) sin dal 2019 e che il tennista azzurro aveva già provato quell’anno in allenamento. Adesso la si può usare nei match ufficiali ed è utile per i dati che fornisce, soprattutto nel caso di Jannik che è tornato a giocare dopo tre mesi di assenza dai campi, con la pressione, lo sforzo fisico, gli scatti e gli allunghi di una partita di torneo. Il monitoraggio della frequenza cardiaca e il rilevamento delle posizioni in campo, dei chilometri percorsi, della velocità media e massima, delle accelerazioni sono in tempo reale: il device trasmette i dati a un tablet collegato.
Sei anni fa, quando Sinner era al Piatti center, Riccardo Piatti dichiarò, ripreso da Supertennis, alla vigilia delle Next Gen che Jannik non lo avrebbe usato «in partita perché al momento lo trova scomodo, lo sente muoversi negli spostamenti e non è a suo agio. A ne dispiace molto perché (...) i dati biometrici durante la prestazione possono essere utilissimi nella crescita di un giocatore».
Oggi vedremo, l’appuntamento è alle 15 con l’argentino Francisco Cerundolo per gli ottavi di finali. Una partita insidiosa, gli scontri diretti sono in parità: 2-2. Non si affrontano dal 2023, quando Jannik fu sconfitto proprio a Roma. Ma da allora sembra passata un’era geologica.
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