Gp Ungheria, super Leclerc: conquista la pole davanti alle McLaren

“Chiaro-scuro”, aggettivo migliore non c’è per definire la Ferrari di questa stagione. Da un lato c’è un monegasco, Charles Leclerc, che fa magie. Dall’altro un britannico, Lewis Hamilton, che vive un momento difficile e ha chiuso fuori al Q2 arrivando ad annunciare che «la Ferrari dovrebbe cambiare pilota».
In Ungheria sembrava il preludio a una qualifica da incubo per Maranello, in realtà il numero 16 ha tirato fuori il cappello dal cilindro, con secondo e terzo settore da applausi, chiudendo in 1’15”372. «Cosa? Mamma mia!», ha detto a fine sessione, non ci credeva neanche lui, e invece si è preso una delle pole più belle della carriera (la 27ª), quando non era minimamente dato come favorito.

Merito di un pilota, insomma, che in stagione non sta sbagliando quasi nulla, e che si è preso un primo posto su una pista dove questo piazzamento in griglia conta. Ha rischiato di finire fuori nel Q1 e nel Q2, ma si è sempre salvato, poi ha piazzato il colpo: «Non ci capisco nulla — ha detto — tutti gli stint sono stati estremamente difficili. Da Q2 al Q3 le condizioni sono cambiate, era tutto più complicato, dovevo fare un giro pulito e ce l’ho fatta. Quando ha iniziato a piovere nel Q2 speravo non sarebbe rimasta la pioggia. Alla fine siamo in pole, non ho parole. Una delle migliori realizzate, farò di tutto per mantenere il primo posto in gara».
Charles è riuscito nella magia di piazzare dietro le due McLaren, la Mercedes di Russell — rinvigorita dalle temperature più basse dell’asfalto (4° a 53 millesimi) — e le sorprendenti Aston Martin, brillanti in questo weekend grazie all’introduzione di un’ala anteriore più carica (5° Alonso e 6° Stroll, lontani un decimo). Piastri e Norris scatteranno invece 2° e 3°, con ritardi di 26 e 41 millesimi. L’australiano dà la colpa al vento: «È ruotato di 180 gradi durante la sessione, ma non cerco scuse». Vulnerabili incredibilmente su una pista d’alto carico che perfettamente si addice alle caratteristiche della vettura papaya. Una sorpresa, come le due Racing Bulls di Lawson e Hadjar (9° e 10°) e il 7° posto di Gabriel Bortoleto sulla Sauber. Nel mezzo un Max Verstappen che non poteva fare di più (8°), dopo non aver trovato mai il setup giusto durante il weekend e aver lamentato tra venerdì e sabato di «guidare sul ghiaccio».

Fatica per Max, come quella di Hamilton (12°) e Andrea Kimi Antonelli (15°). La situazione da Spa non è cambiata per entrambi. Un peccato perché il britannico di Stevenage era apparso pimpante nella gara delle Ardenne, dopo essere uscito nel Q3 in qualifica. All’Hungaroring, in casa sua (9 pole in carriera), lo ha fatto al Q2, dopo aver girato a metà stint per entrare in top-10 ma essere rimasto fuori di 15 millesimi dal 10° posto. «Ogni volta, ogni volta», ha detto uno scontentissimo Lewis, che ha visto Leclerc finire in pole, delusissimo (una mazzata per le sue ambizioni). Tre posizioni dietro c’è il 18enne bolognese della Stella, con le lacrime agli occhi nel sabato del Belgio e pagante un errore nell’ultimo tentativo del Q2 in Ungheria (il sovrasterzo in curva 13). Insomma, una qualifica dai grandi colpi di scena.
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