Gp Ungheria, le pagelle: McLaren da 10, Leclerc fa tenerezza, Hamilton non c’è, Alonso dà spettacolo

NORRIS 9L’anno scorso a Budapest si arrabbiò tantissimo. Era nettamente il più veloce in pista, ma la squadra lo costrinse a cedere la vittoria a Piastri, per riparare ad un loro errore ai box. Quest’anno la sorte lo ripaga, facendogli vincere una corsa che avrebbe dovuto portare a casa il partner Piastri. Fortunato anche perché in partenza non è irresistibile ed è grazie a questo balbettio che la squadra decide di cambiare strategia. Si passa ad una sola sosta e la mossa diventa la chiave del successo. Un trionfo che lo riporta a nove punti da Piastri. Il Mondiale è cosa loro. Ma è più che mai aperto.
PIASTRI 8Cerca di nascondere la delusione, ma quella che subisce da Norris è un’autentica beffa. Passi se a vincere fosse stato Leclerc, era in pole e in stato di grazia, ma il compagno di squadra, decisamente in difficoltà dopo le prime curve, proprio no. La sosta in più lo zavorra. Per far capire quanto fosse più veloce del vincitore, nelle ultime tornate, dopo la ultima sosta, gli ha recuperato 12 secondi. Tanto, ma non abbastanza.
MCLAREN 10Ingiocabili. Comunque la si giri. In pole o non in pole, con una sosta o con due. Quattro doppiette di fila come nel 1988, ai tempi di Senna e Prost. Sembra di essere tornati a quell’epoca gloriosa. Festa in abbondanza, anche perché quello in Ungheria è il successo numero 200 della propria storia. Traguardo notevole.

LECLERC 7Fa tenerezza per come sotterra i suoi sogni. Nelle sue 27 pole solo in 5 occasioni ha capitalizzato, passando per primo il traguardo. Pochissimo. Amara statistica da aggiungere a tutta la frustrazione per come d’incanto si è trovato dall’altare di un sabato magnifico alla polvere di un quarto posto con podio sfumato. Di più: durante la gara, nelle comunicazioni via radio, accusa il team, alla fine, parlando di problemi al telaio tenderebbe a difenderlo, ma la sua versione si scontra con una di Vasseur, l’allenatore, che racconta di errori nella pressione delle gomme. Tesi che fa riflettere. Visto che il monegasco, al colmo della stizza, ad un certo punto parla di vettura inguidabile. E con la pressione delle gomme sbagliata, può capitare.
HAMILTON 4Parte dodicesimo, arriva dodicesimo. Una sorta di encefalogramma piatto. Hanno fatto rumore le sue dichiarazioni del sabato, l’autoaccusa di essere un pilota sbagliato e da cambiare. La domenica le cose non vanno meglio. Si dimena, prova a combattere, ma alla fine rimane mestamente fuori dai punti. I tifosi non sanno più cosa pensare.
FERRARI 5Magie al sabato, errori la domenica. Gli alti e bassi di Leclerc sono gli up and down della squadra. Che si porta dietro anche un’altra lacuna, l’assenza di chiarezza dopo la gara. Alla fine a passare per buona è la versione di Leclerc, problemi al telaio, ma per un po’ (e a dirlo è stato Vasseur, l’allenatore) si è parlato pure di errata pressione delle gomme. Se davvero non ci fosse chiarezza sul problema, è difficile trovare una soluzione. Che permetta di capire come una macchina sulla stessa pista si sia all’improvviso trasformata da missile a lumaca. Gettando al vento una possibile vittoria.

RUSSELL 8Sesto podio stagionale. Al solito: lo vedi poco, ma quando appare, ecco l’impresa. Piega senza pietà Leclerc, costretto per difendersi (invano) a mosse pericolose e oggetto di penalità. La Mercedes in questo momento è tutta sulle sue spalle.
ALONSO 8Ha appena compiuto 44 anni. Al venerdì salta le prime libere per un fastidioso mal di schiena. Che ci vuoi fare, è un vecchietto no? Manco per idea. In gara dà spettacolo e il quinto posto finale è da applausi. Inossidabile.

BORTOLETO 8Sesto. In crescita continua. E’ felice la sua squadra, la Sauber. E sarà fiero anche chi lo ha preso sotto la sua ala. Chi è? Ma Alonso, naturalmente. Uno che sa vedere il talento.
VERSTAPPEN 5Non vinceremo più una gara. La tocca piano il prode Max nell’esternare la propria rabbia. Di sicuro nono non è il suo piazzamento. E per certo in questo week end non è mai stato in partita.
ANTONELLI 6Ancora un week-end travagliato. Soprattutto un sabato disastroso. La tenacia però gli permette di rimontare, di chiudere decimo e di portare a casa un punticino. Buono per la fiducia. Di uno che l’ha persa quasi tutta per strada
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