Gatti leader, Yildiz insostituibile: Tudor si affida a loro per cancellare la pareggite

Senza Bremer c’è un vuoto in difesa e nella leadership e in attacco niente riposo per il numero 10
Con la Juve le gioca tutte. In Nazionale pure, d’altronde Montella deve portare la Turchia ai Mondiali e certo non può fare a meno del suo uomo migliore. Ma a precisa domanda su un possibile turno di riposo a Como, nella gara che inaugura un trittico da paura per la Juve, Igor Tudor si lascia scappare un sorriso prima e una sentenza subito dopo: “No”. Secco, deciso, tudoriano. Kenan Yildiz gioca sempre. Rispetto ai giocatori impegnati con le nazionali, è stato gestito diversamente. Alla Continassa, infatti, si è rivisto giovedì. Ha rifiatato, si è ricaricato e ora è pronto. Non c’è spazio per il riposo, non ci sono riflessioni preventive sulla trasferta del Bernabeu. E nemmeno con vista sull’Olimpico e su tutti gli impegni dei bianconeri prima della prossima sosta. Yildiz si carica tutto sulle proprie spalle. Con tanto di elogio di Tudor: “Kenan ha sempre giocato dietro la punta da quando ci sono io. Sta giocando alla grande anche da ala, se Yildiz è il problema allora non abbiamo problemi. Abbiamo fatto un grande lavoro, prima lui e poi noi come staff. È cresciuto alla grande, poi è chiaro che ognuno vuol dire la sua e io rispetto”.
Ha ragione il croato: la centralità di Yildiz sotto la sua gestione è indiscutibile. Così come la crescita in termini di rendimento e prolificità: 8 gol e 8 assist tra campionato, Mondiale per Club e Champions League per il classe 2005. Fisicamente sta bene, per cui non ci sono dubbi sul suo utilizzo. Non c’è spazio per il turnover, non per Yildiz, al centro del mondo Juve. A prescindere da una collocazione tattica che nel suo caso conta fino ad un certo punto: in bianconero fa male dietro la punta, con la Turchia agisce da esterno sinistro puro. Dalla Nazionale è tornato con una bella ricarica d’energia: due gol contro la Bulgaria, uno contro la Georgia. E pure l’investitura di Calhanoglu: “Può vincere il Pallone d’Oro”. Una bella cornice. Sullo sfondo resta il rinnovo. Argomento che scotta, pur senza nuvoloni neri all’orizzonte. I contatti tra il padre Engin e il dg Comolli si stanno intensificando, oggi il Chelsea non è ancora una minaccia, ma la Juve deve sicuramente portarsi avanti su questo fronte. Un pensiero che Yildiz vive con tutta la serenità possibile: papà si occupa di tutto, lui ha solo in testa il pallone. La Juve, la Turchia. Oggi da Como vuole inaugurare un periodo importante: davanti sono tutti in discussione, tranne Kenan. Privilegio, ma anche grande responsabilità. La stessa che coinvolge Federico Gatti in difesa.
Manca Gleison Bremer? Inevitabile pensare a lui come leader naturale della retroguardia. Anche perché Gatti gioca: da centrale o da braccetto, è difficile che Tudor faccia a meno del classe ‘98. Il suo carisma precede anche una condizione non perfetta. Basti pensare alla notte di Vila-Real: sbaglia sul primo gol, sbaglia pure sul 2-2 di Veiga, ma in mezzo riesce ad incastonare una rovesciata memorabile. Una mano la dà sempre, in un modo o in un altro. A Como agirà da braccetto: al centro c’è ancora Rugani, confermato nella stessa posizione in cui si è fatto apprezzare contro il Milan.
Il fine settimana di Gatti è stato particolare. La visita all’Under 19 dei dilettanti dell’FC Torinese: un regalo per l’amico Andrea Cotugno, che ha conosciuto alla Juventus (ex cameriere della prima squadra bianconera). Gli è stato chiesto di fare un discorso ai ragazzi, che sgomitano tra i dilettanti. Si è fatto applaudire grazie a poche frasi: “Non mollate mai, nemmeno quando vi sembra impossibile vedere la luce. Ascoltate le persone che vi ispirano: l’allenatore, i compagni più esperti. Imparate da tutto. Nella vita non c’è nulla di impossibile”. Considerazioni che, pronunciate da un difensore che fino a sette anni fa non aveva ancora assaggiato il mondo dei professionisti, sono pepite d’oro. Oggi guida la retroguardia della Juve: di scalate apparentemente impossibili se ne intende.
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Con la Juve le gioca tutte. In Nazionale pure, d’altronde Montella deve portare la Turchia ai Mondiali e certo non può fare a meno del suo uomo migliore. Ma a precisa domanda su un possibile turno di riposo a Como, nella gara che inaugura un trittico da paura per la Juve, Igor Tudor si lascia scappare un sorriso prima e una sentenza subito dopo: “No”. Secco, deciso, tudoriano. Kenan Yildiz gioca sempre. Rispetto ai giocatori impegnati con le nazionali, è stato gestito diversamente. Alla Continassa, infatti, si è rivisto giovedì. Ha rifiatato, si è ricaricato e ora è pronto. Non c’è spazio per il riposo, non ci sono riflessioni preventive sulla trasferta del Bernabeu. E nemmeno con vista sull’Olimpico e su tutti gli impegni dei bianconeri prima della prossima sosta. Yildiz si carica tutto sulle proprie spalle. Con tanto di elogio di Tudor: “Kenan ha sempre giocato dietro la punta da quando ci sono io. Sta giocando alla grande anche da ala, se Yildiz è il problema allora non abbiamo problemi. Abbiamo fatto un grande lavoro, prima lui e poi noi come staff. È cresciuto alla grande, poi è chiaro che ognuno vuol dire la sua e io rispetto”.
Ha ragione il croato: la centralità di Yildiz sotto la sua gestione è indiscutibile. Così come la crescita in termini di rendimento e prolificità: 8 gol e 8 assist tra campionato, Mondiale per Club e Champions League per il classe 2005. Fisicamente sta bene, per cui non ci sono dubbi sul suo utilizzo. Non c’è spazio per il turnover, non per Yildiz, al centro del mondo Juve. A prescindere da una collocazione tattica che nel suo caso conta fino ad un certo punto: in bianconero fa male dietro la punta, con la Turchia agisce da esterno sinistro puro. Dalla Nazionale è tornato con una bella ricarica d’energia: due gol contro la Bulgaria, uno contro la Georgia. E pure l’investitura di Calhanoglu: “Può vincere il Pallone d’Oro”. Una bella cornice. Sullo sfondo resta il rinnovo. Argomento che scotta, pur senza nuvoloni neri all’orizzonte. I contatti tra il padre Engin e il dg Comolli si stanno intensificando, oggi il Chelsea non è ancora una minaccia, ma la Juve deve sicuramente portarsi avanti su questo fronte. Un pensiero che Yildiz vive con tutta la serenità possibile: papà si occupa di tutto, lui ha solo in testa il pallone. La Juve, la Turchia. Oggi da Como vuole inaugurare un periodo importante: davanti sono tutti in discussione, tranne Kenan. Privilegio, ma anche grande responsabilità. La stessa che coinvolge Federico Gatti in difesa.
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