Dario Levanto sa come si fa: «L’impresa nel 1989 sia di buon auspicio»

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Dario Levanto sa come si fa: «L’impresa nel 1989 sia di buon auspicio»

Dario Levanto sa come si fa: «L’impresa nel 1989 sia di buon auspicio»

LECCE - «Oggi mi aspetto un Lecce motivato come lo eravamo noi il 25 giugno 1989, in quella sfida con il Torino che valse la salvezza matematica in massima serie». A “spingere” i giallorossi verso 90’ da disputare all’arma bianca è Dario Levanto, che fu tra i protagonisti del confronto con i granata che regalò al club salentino la permanenza nella stagione 1988/1989. «Ricordo che mister Mazzone fu straordinario nel preparare la gara sul piano mentale - racconta l’ex centrocampista - La Gazzetta dello Sport titolò “Salviamo il Torino” ed il nostro trainer fece affiggere la pagina della rosea negli spogliatoi e sulla lavagna sulla quale impartiva le disposizioni tattiche. Poi ci disse che avremmo avuto tutta l’Italia contro. Una volta in campo, giocammo come leoni. Spero che Baschirotto e compagni riescano a fare la stessa cosa nel confronto odierno perché conquistare il bottino pieno è l’unico modo per tenere accesa la speranza di restare in massima serie. Non ci sono altre strade».

Nel 1989, la situazione di classifica era differente da quella attuale. «Ad avere l’acqua alla gola erano i nostri avversari, ma rischiavamo grosso anche noi – sottolinea Levanto - Ma, formando un tutt’uno con i tifosi, fummo bravi a scrivere una bella pagina della storia del Lecce. L’auspicio è che l’undici allenato da Giampaolo batta oggi il Torino e che il successo possa fungere da trampolino di lancio verso un’altra impresa di quelle da incorniciare». Il sodalizio guidato da Urbano Cairo ha ben poco da chiedere alla stagione che volge al termine, che non verrà certo ricordata dai supporter del “Toro” in termini positivi: «Questo è vero, ma nel calcio nessuno fa regali. Anzi, ho visto che sui social è stata fatta circolare la foto dello striscione esposto al “Via del Mare” 36 anni fa che recitava “Caro granata ti aspetta Licata”. Con riferimento al fatto che, in caso di sconfitta, per il Torino sarebbe stata serie B. Ora i tifosi chiedono ai propri beniamini di battere il Lecce e di spingerlo tra i cadetti. Insomma, Ricci e compagni faranno la propria parte e toccherà ai giallorossi gettare il cuore oltre l’ostacolo, con una grande prestazione di carattere, orgoglio, “fame”».

Secondo diversi addetti ai lavori, al Lecce, da compagine che deve sgomitare per conservare la categoria, sta mancando il furore agonistico. «Con questa definizione si intende la capacità di dare qualcosa in più dal punto di vista del temperamento, arrivando prima dell’avversario sulla sfera, conquistando le “seconde palle», vincendo i contrasti, facendo una corsa in più per andare in soccorso di un compagno. Guai, invece, a farsi prendere la mano ed a commettere fallacci che porterebbero solo all’espulsione, complicando le cose». Ancora una volta, il “Via del Mare” sarà un catino ribollente di tifo: «La passione dei salentini non è mai mancata nel corso della stagione. Tocca a chi va in campo riuscire a trasformarla in energia positiva. Purtroppo, nel 2025, il Lecce non ha ancora vinto in casa. È giunto il momento di riuscirci».

La Gazzetta del Mezzogiorno

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