Bari, quel decollo sempre mancato

BARI - «Vorrei, ma non posso». Sembra la locuzione perfetta per la stagione del Bari. Illusioni, frangenti che lasciavano presagire il salto di qualità, prestazioni incoraggianti. La realtà, però, è che la scintilla non è mai davvero scattata. Né per una squadra che forse non varrà la lotta per la promozione diretta, ma almeno doveva collocarsi comodamente in zona playoff, né per un pubblico rimasto ben lontano dall’affluenza registrata due anni fa, quando i biancorossi hanno lottato dall’inizio alla fine per un obiettivo degno del loro blasone.
La salvezza acciuffata per i capelli al ritorno dei playout, la lenta ripartenza caratterizzata dalla rivoluzione nell’area tecnica con l’avvento del direttore sportivo Giuseppe Magalini e del tecnico Moreno Longo, quindi l’ormai consueto mercato all’insegna del più rigoroso equilibrio finanziario. Lo scetticismo generale si è addirittura tramutato in angoscia prematura con le due sconfitte di fila rimediate prima all’esordio in campionato con la Juve Stabia e subito dopo a Modena. Eppure, il Bari è riuscito a sollevarsi inanellando una lunga serie di ben 14 gare senza sconfitte, sebbene scandite da ben nove pareggi e solo cinque vittorie. Il successo di misura (1-0) colto il 7 dicembre sul Cesena, però, ha portato i Galletti ad affrontare la trasferta con il Pisa come un vero scontro diretto d’altissima classifica.
Invece, nel viaggio in Toscana, è arrivata una netta sconfitta per 2-0, seguita in rapida successione dagli stop casa con il Sudtirol, quindi a Palermo. Il girone d’andata si è concluso con i pugliesi in una posizione simile a quella odierna: settimi a quota 24 punti, appaiati con Catanzaro, Palermo, Modena e Carrarese.
Nel momento più complicato, la truppa di Longo ha estratto la prova più convincente battendo 2-0 lo Spezia terzo in classifica al San Nicola. Con il mercato alle porte non sarebbero mancati i presupposti per cambiare marcia. Ma nemmeno gli arrivi di Bonfanti, Gaston Pereiro e Maggiore hanno invertito un andazzo che ha visto i biancorossi infilare tre pari di fila, senza capitalizzare la superiorità numerica per oltre un tempo a Reggio Emilia e a Cesena e senza blindare i due vantaggi acquisiti sul Brescia che si è salvato sul 2-2. L’affermazione sul Frosinone, così, è sembrata una gioia effimera, subito cancellata dai tre ceffoni rimediati dalla Juve Stabia.
Il Bari comunque ha messo insieme un’altra serie di cinque incontri senza macchia, ma con una sola gioia (a Mantova) e ben quattro pari (con Cremonese, Sampdoria, Sassuolo e Salernitana). È lo specchio di un periodo di vacche magre come conferma il brutto stop di Carrara, seguito dal rocambolesco 3-3 di Catanzaro.
I biancorossi si sono regalati una delle rare serate magiche l’11 aprile battendo una diretta rivale come il Palermo con la rete di Simic sui titoli di coda, ritrovando il successo che mancava da due mesi e presentandosi al rush finale con un calendario promettente, poi scombinato dal rinvio del confronto con il Sudtirol nel giorno di Pasquetta. Ma nessuno avrebbe immaginato la caduta con il Modena, scandita da una prestazione scialba, svuotata, priva di contenuti tecnici e allarmante per il netto passo indietro sul piano atletico. Il Bari, in fondo, si specchia nella sua sindrome da rimonta. Nelle trasferte con Carrarese e Modena, Vicari e compagni si sono visti «ribaltare» l’iniziale acuto sul successivo 2-1. Impressiona la cifra tonda dei punti gettati al vento partendo avanti di un gol: ai due sorpassi incassati da toscani ed emiliani, si aggiungono le sette occasioni in cui i ragazzi di Longo si sono fatti raggiungere (in casa da Cosenza, Catanzaro, Reggiana e Brescia, fuori da Cremonese, Cesena e Sassuolo). Totale: 20 punti dilapidati. Incamerarne almeno la metà, avrebbe cambiato il volto alla stagione. Il Bari, invece, è ottavo a quota 44 con Cesena e Modena che devono affrontarsi in un derby drammatico all’ultimo turno. Tuttavia, i biancorossi non sono più padroni del loro destino, poiché il Modena è in vantaggio nella classifica avulsa tra le tre compagini, ma soprattutto negli scontri diretti sui Galletti. Se i canarini infileranno un poker di vittorie e le battistrada proseguiranno a marce alte, i playoff diverranno irraggiungibili. Quattro giornate, però, non sono così poche, così come non mancano gli scontri diretti che, invece, non riguarderanno i ragazzi di Longo attesi fuori casa da compagini di bassa classifica come Cosenza, Cittadella e Suditorl e tra le mura amiche dal Pisa quasi promosso in A. Il Bari è chiamato a tentare un clamoroso percorso netto negli ultimi 360’ di regular season centrando quella continuità di successi puntualmente sfuggita nell’intero percorso (mai più di due vittorie di fila). Difficile cambiare un intero trend in soli sedici giorni. Provarci, però, è un sacrosanto dovere.
La Gazzetta del Mezzogiorno