Torna a splendere la Sala di Costantino, la più ampia tra le Stanze di Raffaello

Un capolavoro della pittura rinascimentale conservato nei Musei Vaticani torna al suo splendore dopo un restauro decennale: è la Sala di Costantino, la più ampia tra le Stanze di Raffaello, che fu chiamata così in onore dell'imperatore romano che concesse la libertà di culto ai cristiani. Decorata in più fasi, dai pontificati medicei di Leone X e Clemente VII, cui risalgono le pitture a olio su muro di Raffaello con la Comitas e la Iustitia e i monumentali affreschi sulle pareti eseguiti dalla sua bottega, guidata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, poi durante il papato di Paolo III Farnese, con alcuni interventi di Sebastiano del Piombo; e infine durante i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, quindi fino al 1590, quando venne realizzata la decorazione della volta da parte di Tommaso Laureti, allievo di Sebastiano del Piombo e qui autore dell'iconico Trionfo del cristianesimo sul paganesimo. In occasione dell'Anno Giubilare, i Musei Vaticani presentano il completamento del restauro integrale della Sala avviato nel marzo 2015 sulla parete est, su cui domina la scena con la Visione della croce, e concluso nel dicembre 2024.
"Oggi celebriamo non solo un traguardo di conservazione, ma anche una nuova possibilità di lettura critica e visiva di uno dei luoghi simbolo della pittura rinascimentale. La Sala di Costantino torna a essere un atlante figurativo di rara potenza narrativa e simbolica" ha affermato la Direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, presentando il restauro della Sala di Costantino insieme a Fabrizio Biferali, Curatore del Reparto per l'Arte dei secoli XV-XVI, Fabio Piacentini e Francesca Persegati del Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali Lignei, e Fabio Morresi, Responsabile del Gabinetto di Ricerche Scientifiche. Al termine dell'intervento sul ciclo pittorico della Sala torna integra la testimonianza, un vero e proprio palinsesto, come è stato sottolineato, della pittura a Roma dai primi agli ultimi decenni del XVI secolo: dalle due figure dipinte a olio da Raffaello ai quattro affreschi di Giulio Romano e del Penni, suoi collaboratori, insieme con la successiva decorazione della volta ad opera del Laureti con l'impressionante arazzo illusorio al centro, capolavoro di prospettiva e invenzione scenica.
Il restauro ha restituito piena leggibilità a tutte le componenti decorative: "il pieno recupero delle iconografie della Sala di Costantino, dalle pareti alla volta, - ha spiegato Fabrizio Biferali - consente oggi di poter meglio visualizzare in essa i passaggi storici che hanno caratterizzato la Chiesa di Roma nel Cinquecento: dai primi decenni, dominati dai due gloriosi papati medicei di Leone X e Clemente VII, ai decenni centrali di Paolo III Farnese e Paolo IV Carafa, segnati dalle novità del Concilio di Trento e della riforma della curia, fino al tramonto del secolo con i papati controriformistici di Gregorio XIII Boncompagni e Sisto V Peretti, durante i quali la decorazione fu completata". Il maestro restauratore Fabio Piacentini ha sottolineato come la pulitura abbia riportato alla luce le cromie originali e permesso una nuova comprensione delle fasi esecutive e della stratificazione tecnica dell'opera. "Il restauro è stato come sollevare un velo secolare: dietro la patina del tempo, ogni dettaglio ha ritrovato luce, profondità e significato. Raffaello, la sua bottega, Laureti: tutti di nuovo in dialogo visivo, dopo secoli di silenzio", ha spiegato. Determinante è stato il contributo del Gabinetto di Ricerche Scientifiche, diretto da Fabio Morresi, che ha condotto un'articolata campagna diagnostica con tecnologie d'avanguardia: riflettografia a 1900 nanometri, infrarosso in falsi colori, fluorescenza UV e analisi chimiche. L'intero ciclo è stato inoltre documentato con un modello tridimensionale basato su scansioni laser, oggi punto di riferimento per l'analisi integrata di grandi apparati decorativi.
"Le tecnologie ci hanno permesso di penetrare gli strati del tempo e restituire voce alla materia pittorica, evidenziando anche differenze esecutive significative che raccontano la complessità del cantiere rinascimentale" ha osservato Morresi.
ansa