Referendum, la posizione di Fratelli d’Italia: invita all’astensione per tutti e 5 i quesiti

L’8 e 9 giugno gli italiani voteranno su cinque referendum abrogativi, quattro promossi dalla Cgil e uno da +Europa, tutti dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale. I temi spaziano dalla cittadinanza al lavoro. I quesiti mirano a: cancellare parti del Jobs Act sui licenziamenti e sui contratti a termine; eliminare il tetto massimo all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese; estendere la responsabilità nei casi di infortunio anche al committente negli appalti; e ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza italiana.
La maggioranza di governo raccomanda l’astensione, mentre le forze di opposizione si schierano prevalentemente a favore del sì.
Fratelli d’Italia invita all’astensioneIl centrodestra ha scelto di invitare i propri elettori all’astensione. Come riportato da Repubblica, Fratelli d’Italia ha diffuso domenica scorsa una comunicazione interna ai parlamentari dal titolo esplicito: “Referendum, scegliamo l’astensione”. Nel messaggio si sostiene che non recarsi alle urne rappresenti una forma di dissenso nei confronti di un’iniziativa ritenuta di parte e attribuita alla sinistra.
Al momento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si è ancora espressa ufficialmente sui referendum, ma in passato ha manifestato la sua contrarietà a quello sulla cittadinanza, affermando il 24 settembre durante un punto stampa a New York che dieci anni “sono un termine congruo”. Il quesito in questione propone infatti di ridurre da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza in Italia richiesto a uno straniero extracomunitario per poter presentare domanda di cittadinanza italiana.
Per quanto riguarda quelli su lavoro non si è mai espressa pubblicamente, anche se venerdì 9 maggio ha stretto un accordo con il segretario della Cgil e uno dei promotori dei referendum Maurizio Landini per modificare il sistema dei subappalti e aumentare la sicurezza sul lavoro, che è proprio il tema di uno dei quesiti referendari.
A nome di Fratelli d’Italia è intervenuto nel dibattito il responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli:
“È una conta interna alle sinistre, credo un po’ troppo costosa perché la fanno pagare agli italiani. Si tratta delle varie correnti del Pd che sul lavoro, dopo aver fatto il Jobs Act, sono contro il Jobs Act. E si stanno scontrando sulle spalle degli italiani con un referendum. Potevano fare un Congresso di partito. Se partecipo? Non credo che andrò a votare, non ho mai partecipato ai Congressi della sinistra. Mentre la sinistra litiga su quello che hanno fatto loro, l’occupazione è aumentata grazie al governo Meloni, è aumentato anche il potere reale dei salari, rispetto all’inflazione”.
La decisione di Fratelli d’Italia è stata appoggiata anche dagli altri partiti di maggioranza, come Forza Italia e Lega.
Come si può votare al referendumI cinque quesiti referendari sono abrogativi: significa che il voto favorevole (sì) richiede l’eliminazione di una norma vigente, mentre il voto contrario (no) implica il suo mantenimento.
L’8 e il 9 giugno potranno votare tutti i cittadini e le cittadine italiane che abbiano compiuto 18 anni, compresi gli iscritti all’Aire residenti all’estero. Per la prima volta, in via sperimentale, avranno accesso al voto anche studenti, lavoratori e persone in cura medica che si trovano lontano dal proprio comune di residenza da almeno tre mesi. I cinque referendum saranno considerati validi solo se verrà raggiunto il quorum, ossia se andrà a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto.
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