Ex Ilva, piano da 8 milioni di tonnellate e nuova gara

Nell’incontro del 14 luglio al Mimit, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha presentato il nuovo piano di decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, ai sindacati, alla Regione Puglia, agli enti locali di Taranto e all’Autorità portuale del Mar Ionio. E al contempo ha annunciato la necessità di una nuova gara per vendere gli asset dell’ex Ilva.
La presentazione del piano, messo a punto dai commissari di necessità, precede l’incontro del 15 luglio al Mimit tra Governo, Regione, enti locali e Authority che tratterà l’accordo di programma tra le istituzioni sulla decarbonizzazione, accordo per il quale Urso ha fortemente auspicato che la firma possa avvenire oggi stesso.
Il piano prevede una produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio attraverso quattro forni elettrici, di cui tre a Taranto ed uno a Genova. Il riparto della produzione è 6 milioni a Taranto e 2 a Genova.
A supporto dei quattro forni, altrettanti impianti di preridotto (Dri), ma tutti a Taranto perché non é fattibile costruire un Dri a Genova come si era pensato di fare in un primo momento. Per l’alimentazione di forni e Dri a Taranto, servono 5,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno che si punta ad ottenere - salvo altri apporti come il gasdotto Tap da approfondire - con l’arrivo a Taranto di una nave di rigassificazione. Nave che il Governo vorrebbe in porto, ma gli enti locali sono contrari. Ipotesi alternativa al porto, che è sul tavolo, la diga foranea in rada, anche se questo posizionamento, ha detto Urso, costa 400 milioni.
In dettaglio, il timing presentato dal Governo prevede che lo stabilimento di Taranto torni a marciare con tre altiforni da marzo prossimo, recuperando così una produzione di 6 milioni. Questo stimando che la Procura possa dissequestrare a settembre l’altoforno 1, out dopo l’incendio di maggio. Dopodiché, il primo scenario, che contempla il Dri a Taranto, prevede la completa decarbonizzazione in otto anni - inizialmente si finiva nel 2039 - partendo dall’anno prossimo e finendo nel 2033. Prima fase dal 2026 al 2029, con un forno elettrico e due Dri. Seconda fase, dal 2028 al 2031 con un secondo forno elettrico e un terzo Dri, quarta e ultima fase dal 2030 al 2033 (nelle varie fasi l’ultimo anno è sempre quello di avvio degli impianti) con il terzo forno e il quarto Dri. Negli otto anni i tre altiforni verrebbero progressivamente dismessi per lasciare il posto ai nuovi forni. A Genova l’avvio del forno elettrico é invece prevista alla fine del 2029. Ha spiegato Urso: «Nei primi quattro anni avremo un forno elettrico a Taranto ed uno a Genova per 4 milioni di tonnellate di acciaio e mantenendo a Taranto due dei tre altiforni, altri 4 milioni. Dopo sei anni, cambia l’equilibrio: 6 milioni di tonnellate da forno elettrico e 2 da altoforno. Poi, dopo altri due anni, 8 milioni solo con i forni elettrici ».
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