Lione. Grégory Doucet issa la bandiera palestinese sul frontone del municipio di Lione

Il gesto è potente e promette di generare polemiche. In entrambe le direzioni. Tra sostenitori e oppositori.
Lunedì scorso, il sindaco verde di Lione ha annunciato la sua decisione di issare la bandiera palestinese sul frontone del municipio. Questa decisione coincide con il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia. Una decisione già presa da oltre cinquanta altri comuni, nonostante il divieto emesso dal Ministro dell'Interno.
Grégory Doucet giustifica: "Questo riconoscimento dello Stato palestinese non è un'offesa a Israele. La sicurezza di Israele non è negoziabile. Il popolo israeliano, come il popolo palestinese, ha diritto alla sicurezza e alla dignità, libero dalla paura e dall'odio. Il riconoscimento di uno Stato palestinese non è solo una vittoria per i palestinesi, ma anche una garanzia per Israele. Perché l'assenza di uno Stato è terreno fertile per tutti i gruppi terroristici, da Daesh ad Hamas. Riconoscere la Palestina significa dare una voce politica legittima a un popolo, isolando così coloro che prosperano nel caos e nella disperazione".
Il rappresentante eletto ha dichiarato di essere stato contattato per diversi mesi da residenti di Lione che volevano che la bandiera palestinese sventolasse sull'Hôtel devVille. "Non ho potuto farlo finché la Francia non ha riconosciuto ufficialmente questo Stato. Oggi, questo riconoscimento è effettivo e questa bandiera verrà issata per tutta la durata dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite".
Lo scorso giugno, la facciata del municipio è stata adornata con un messaggio a sostegno dello Stato di Palestina. Il Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche di Francia (CRIF) ha denunciato l'azione, chiedendo la rimozione dello striscione con il logo della città di Lione, che recitava: "Cessate il fuoco immediato a Gaza. Liberazione degli ostaggi. Rispetto del diritto internazionale. Riconoscimento dello Stato di Palestina".
Le Progres