In libreria: Jakuta Alikavazovic, Ghislaine Dunant, Camille Corcéjoli...

Romanzo scritto in prima persona e il cui nucleo autobiografico non è nascosto, Never Again si apre con la morte della madre della narratrice. Quest'ultima ricostruisce attraverso il tatto la donna che era sua madre prima di emigrare a Parigi negli anni '70 per fuggire da un paese che non esiste più, la Jugoslavia. Questo passato, i genitori della narratrice lo hanno nascosto. La narratrice non indaga, presenta ipotesi attorno alle quali ruota. La madre era una poetessa e ha smesso di scrivere negli anni '90. Era una donna schiva, devota alla figlia. Il linguaggio bello e singolare di Jakuta Alikavazovic – editorialista di Libération – , una scrittura poetica che prende certe parole, le ripete e poi le modifica per affinarne il significato, crea un universo spettrale e circolare, mentre racconta eventi della sua infanzia. Più che un ritratto della madre, è quello della narratrice che emerge. È una scrittrice ambiziosa, certa di essere l'erede di un dono di famiglia: "La fuga di mia madre era orizzontale, geografica. Io fuggivo verso quella che a volte viene chiamata, volgarmente, la cima." VB-L.
Lei si chiama Louise, lui Nathan. Non si conoscono, ma stanno cenando insieme. Lei ha tre figlie, due delle quali sono ancora piccole, che sta lasciando per la prima volta. È in vacanza sull'isola di Tenerife con il marito, che è dovuto partire in fretta per il Marocco. Era lui che originariamente avrebbe dovuto incontrare l'uomo.
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