Le ragioni per cui la Corte Costituzionale ha deciso di revocare l'intervento di EPS Sanitas: «era evidente un'omissione assoluta e decisiva»

Con la sentenza SU-277 del 2025, la Corte Costituzionale ha deciso di revocare la misura di intervento imposta dalla Sovrintendenza Nazionale della Salute a EPS Sanitas più di un anno fa, nonché la proroga di tale misura di alcuni mesi prima. L'Alta Corte ha concentrato la sua decisione su due aspetti essenziali: il rispetto del giusto processo durante l'intervento di EPS Sanitas e l'applicazione, o la sua mancata applicazione, delle ordinanze di monitoraggio relative al finanziamento del sistema sanitario, in particolare l'Unità di Pagamento Capitaria (UPC) e i Budget Massimi (PM).

La Camera Plenaria ha concluso che la Sovrintendenza ha interpretato erroneamente l'articolo 114 dell'EOSF. Foto: EL TIEMPO
Nella sua analisi, la Corte ha concluso che la Sovrintendenza ha violato il diritto al giusto processo emanando la delibera di assunzione del controllo dell'assicuratore "perché ha interpretato l'articolo 114 dello Statuto Organico del Sistema Finanziario (EOSF) senza valutare né applicare gli ordini emessi dalla Camera Speciale di Monitoraggio". Nello specifico, la Corte ha ritenuto che l'inadeguatezza dell'UPC e il mancato riconoscimento e trasferimento tempestivi dei Budget Massimi "hanno un impatto trasversale sulle componenti finanziarie dell'EPS intervenuto".
In sostanza, la crisi finanziaria alla base dell'intervento è direttamente correlata alle decisioni del governo di non aumentare a sufficienza l'UPC e di non pagare puntualmente i massimali di bilancio. Ciò ha influito in ultima analisi sulla capacità finanziaria dell'assicuratore ed è stato il principale argomento utilizzato nelle risoluzioni di Supersalud a sostegno del suo intervento.

La Corte ha inoltre rilevato che gli indicatori sono peggiorati sotto la gestione di Supersalud. Foto: Supersalud
È importante sottolineare che l'UPC (Programma Statale) rappresenta le risorse che lo Stato trasferisce a ciascun EPS per finanziare il Piano di Benefici Sanitari. Era stato fissato a 1.521.489,60 dollari per iscritto per il 2025. Tale importo sarebbe stato rivisto e adeguato in base ai servizi e ai farmaci effettivamente forniti, come richiesto dalla Corte stessa e dagli esperti in materia. I Budget Massimi, invece, coprono i servizi e le tecnologie non finanziati dall'UPC, inclusi farmaci e trattamenti per malattie costose come il cancro, e la loro erogazione è di competenza dell'Amministratore delle Risorse del Sistema Generale di Previdenza Sociale in Salute (Adres), secondo la metodologia definita dal Ministero della Salute.
"Tale questione era cruciale, poiché la base dell'atto amministrativo impugnato, che adottava la misura d'intervento, era il deficit finanziario di EPS Sanitas. È dimostrato che almeno una delle ragioni principali dell'intervento di EPS era l'insufficienza del capitale minimo (lettera i dell'articolo 114 dell'EOSF), una questione che, essenzialmente, è legata alla solvibilità finanziaria di EPS. La solvibilità, a sua volta, è correlata a un patrimonio adeguato, nella misura in cui dipende direttamente dall'UPC, così come le riserve tecniche", afferma la Corte nella sua sentenza.

Il gruppo Keralty prevede di assumere il controllo di EPS Sanitas nei prossimi giorni. Foto: César Melgarejo/El Tiempo
A questo proposito, l'Alta Corte afferma che "è evidente un'omissione assoluta e decisiva da parte dell'autorità accusata". Per la Corte, è chiaro che la Sovrintendenza della Salute ha ignorato le sentenze dell'Alta Corte "perché, al momento dell'emissione della risoluzione impugnata, l'autorità accusata (Sovrintendenza della Salute) era già a conoscenza delle sentenze della Corte Costituzionale che le ordinavano di condurre una serie di verifiche sulla situazione finanziaria del sistema sanitario e degli EPS in particolare, e, al momento dell'emissione dell'atto amministrativo, non le ha analizzate", aggiunge la sentenza.
"Pertanto, al momento dell'insediamento, non era chiaro se i deficit finanziari citati dalla Superintendenza Sanitaria Nazionale come motivazione della sua decisione amministrativa fossero dovuti ad azioni dell'EPS stesso o se fossero generati da fattori al di fuori del suo controllo e derivanti dall'inadeguatezza dell'UPC e dal mancato riconoscimento tempestivo dei budget massimi", ha contestato la Corte.
In risposta a queste omissioni, la Corte ha deciso di annullare le risoluzioni della Sovrintendenza Sanitaria. Con questa sentenza, l'Alta Corte ha ribadito che qualsiasi decisione di intervento nel settore sanitario deve basarsi su un'analisi approfondita dell'adeguatezza dell'UPC e della tempestiva allocazione dei Budget Massimi, nonché sul rigoroso rispetto delle disposizioni costituzionali di monitoraggio, al fine di garantire il giusto processo e la sostenibilità finanziaria degli EPS.
Inoltre, secondo lo studio condotto dall'Alta Corte, durante l'intervento della Supersalud (Sovrintendenza Sanitaria), gli indicatori finanziari dell'EPS si sono deteriorati, dimostrando che l'ente non è stato in grado di raggiungere l'obiettivo per cui aveva assunto il controllo dell'assicuratore. "La Corte Plenaria non può ignorare il fatto che, a seguito dell'intervento di tale ente, è stato segnalato un aumento del numero di reclami e azioni legali contro EPS Sanitas. Inoltre, gli indicatori finanziari hanno registrato un significativo deterioramento. Ciò è di fondamentale importanza per la risoluzione del caso, poiché queste sono state le ragioni che hanno motivato la misura di intervento speciale", si legge nella sentenza.
Giornalista ambientale e sanitario
eltiempo