Le diete sarebbero meno efficaci

MADRID (EFE).— Le diete basate su alimenti ultra-processati sono meno efficaci nel ridurre il peso e migliorare la salute cardiometabolica rispetto a quelle basate su alimenti minimamente trasformati, anche se entrambe rispettano le stesse linee guida nutrizionali.
Questa è la conclusione di uno studio dell'University College di Londra pubblicato sulla rivista "Nature Medicine".
Lo studio, condotto su 55 persone per un periodo di sei mesi, ha confrontato due tipi di diete: una ricca di prodotti ultra-processati, come lasagne precotte e cereali commerciali, e un'altra incentrata su alimenti naturali preparati in casa, come l'avena ammollata o gli spaghetti alla bolognese fatti in casa.
Entrambi hanno seguito la guida Eatwell del Regno Unito e presentavano gli stessi livelli di grassi, sale, carboidrati, fibre e verdure.
"Il grado di elaborazione potrebbe avere un impatto sulla salute maggiore di quanto pensassimo", ha affermato Samuel Dicken, uno dei ricercatori.
Sebbene entrambe le diete abbiano portato alla perdita di peso, la dieta minimamente elaborata si è rivelata due volte più efficace: 2% contro 1% in sole otto settimane. "Potrebbe non sembrare molto, ma proiettato nell'arco di un anno, significa una perdita di peso fino al 13% negli uomini", ha spiegato.
Inoltre, una dieta meno elaborata ha contribuito a ridurre significativamente il grasso viscerale, la massa grassa e i trigliceridi, fattori chiave per la salute cardiometabolica. "Col tempo, questo avrebbe iniziato a fare una grande differenza", ha affermato.
Tuttavia, lo studio ha rilevato che i livelli di colesterolo LDL erano leggermente inferiori nella dieta ultra-processata.
Sebbene i partecipanti abbiano valutato il sapore degli alimenti ultra-processati come superiore, la dieta a base di alimenti naturali ha migliorato il controllo dell'appetito. "Si sono verificate meno voglie e una maggiore capacità di resistervi", si legge nel rapporto, il che ha contribuito a ridurre l'apporto calorico complessivo senza restrizioni.
Oltre il 50% della dieta nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Europa proviene da alimenti ultra-processati. Lo studio evidenzia che, sebbene alcuni prodotti possano avere un profilo nutrizionale accettabile, la lavorazione può avere effetti negativi sull'organismo.
"Non tutti gli alimenti ultra-processati sono dannosi, ma questo tipo di studio ci consente di comprenderne meglio i reali effetti", ha avvertito il ricercatore Dicken.
L'obiettivo principale dello studio era colmare le lacune di conoscenza sull'impatto della lavorazione degli alimenti sulle diete sane. Lo studio ha anche misurato fattori emotivi come il desiderio di cibo, rivelando notevoli miglioramenti nei soggetti che consumavano più alimenti naturali.
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